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La morte del pentito Armando Palmeri resta un giallo: perquisite le abitazioni dei figli e della compagna

Su disposizione della Procura di Caltanissetta, uomini della Dia e del Ros, alla ricerca di un memoriale

Di Redazione |

Su disposizione della Procura di Caltanissetta, uomini della Dia e del Ros, nelle scorse ore, in diverse parti d’Italia, hanno perquisito le abitazioni dei due figli e della compagna del collaboratore di giustizia Armando Palmeri, morto lo scorso 17 marzo (si attende l’esito dell’autopsia) alla ricerca di un memoriale.

Palmeri è morto pochi giorni prima di un confronto, che avrebbe dovuto tenersi nel Tribunale di Caltanissetta, con Baldassare Lauria, primario in pensione del reparto di Chirurgia dell’Ospedale di Alcamo, da Palmeri accusato di aver organizzato, nella primavera del ’92, pochi mesi prima delle stragi, tre incontri tra uomini dei Servizi deviati ed il capomafia di Alcamo Vincenzo Milazzo.

Deponendo nel 2018 a Reggio Calabria, nell’ambito del processo «’Ndrangheta stragista», Palmeri disse che Milazzo era sconvolto dal piano stragista proposto dai Servizi: «Questi sono pazzi», avrebbe riferito a Palmeri. Milazzo e la compagna, Antonella Bonomo, vennero assassinati nel luglio del ’92.

«Nulla di occulto si nascondeva e si nasconde tra le mura dei familiari, estranei alle vicende giudiziarie del prossimo congiunto – ha detto l’avvocato Alessandra Delrio, del foro di Sassari, legale dei familiari di Palmeri -. Ci si augura che le Procure vogliano fare luce sugli anni bui delle stragi, come auspicava il Palmeri».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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