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l'inchiesta per corruzione

L’Ast silura il direttore ai domiciliari: al suo posto un altro indagato

Amico nominato facente funzione. I pm: «Truccò gara sul revisore». Il presidente Castiglione: «Scelta obbligata»

Di Mario Barresi |

Ugo Fiduccia non è più direttore generale di Ast. «L’avevo sospeso qualche giorno fa e l’indomani lui mi ha inviato le sue dimissioni». Santo Castiglione certifica l’avvenuto siluramento del dirigente finito agli arresti domiciliari nell’inchiesta di Palermo. «Non sarebbe comunque rimasto al suo posto – precisa il presidente della partecipata regionale – perché all’ordine del giorno dell’ultimo cda, convocato prima che si sapesse dell’indagine, al primo punto c’era proprio la rimozione di Fiduccia». Un atto sollecitato da Gaetano Armao. «L’assessore  aveva inviato da tempo un’altra nota per segnalare l’incompatibilità con la carica per i raggiunti limiti di età. Una linea che noi abbiamo condiviso. anche per scongiurare eventuali responsabilità di qualsiasi tipo sulla permanenza nel ruolo».

Castiglione non si esprime sulle pesanti accuse dei pm di Palermo: «Faccio il presidente di Ast e lascio che i magistrati facciano i magistrati», taglia corto. Il nuovo presidente, subentrato in una “staffetta” lombardiana  a Gaetano Tafuri (che ha difeso Fiduccia anche dopo il blitz, definendolo «una persona buona»), prende però le distanze dall’arrestato. «L’ho  incontrato solo una volta, dopo il mio insediamento, e gli ho detto con la chiarezza che mi contraddistingue: “Lei qui non ci può stare”». 

Ma il burocrate non è stato cacciato dall’Ast. “Congelato” dalla carica, resta un dipendente a tutti gli effetti. «Ho chiesto un parere al nostro ufficio legale – spiega Castiglione – sulla situazione degli arresti domiciliari. In ogni caso, l’ex direttore ha circa 150 giorni di ferie da smaltire. Ora può tranquillamente godersele, nel frattempo noi capiremo il da farsi».

Il fatto curioso, però, è che al posto di Fiduccia è stato  nominato – come direttore facente funzione – un altro dei 16 indagati di “Gomme Lisce”: Giovanni Amico, dirigente di Ast, già in passato “supplente” al vertice della società, oltre che amministratore unico di Ast Aeroservizi, la controllata che gestisce l’aeroporto di Lampedusa, e vicepresidente di Interporti Siciliani. Amico (agrigentino di 51 anni, fu assessore al Bilancio della giunta di Lillo Firetto «come tecnico in quota Angelino Alfano», al quale è legato dall’infanzia) non è fra i destinatari delle misure interdittive disposte per altri dal gip di Palermo. Ma viene chiamato in causa con accuse pesanti. In particolare nei due capi (turbata libertà degli incanti, falso ideologico e materiale) sulla scelta del revisore contabile del bilancio di Ast. In questo filone Amico è indagato, assieme, fra gli altri, a Fiduccia e Tafuri, come presidente della commissione di gara. La tesi attestata dal giudice è che «mediante collusioni tra di loro ed altri mezzi fraudolenti» gli indagati «turbavano la procedura di gara» (poi annullata) per «evitarne l’aggiudicazione alla Kpmg» e affidare l’incarico di revisore al messinese Felice Genovese, fra gli indagati.  Amico, per il gip, è fra «i principali ideatori dell’operazione illecita», assieme a Tafuri e Fiduccia. È lui, il 7 febbraio 2020, ad avvertire l’ex direttore che, aperte le buste, Kpmg è la vincitrice virtuale: 84,50 punti contro i 70 di Genovese, con un’altra società in mezzo a quota 84. «Chisti si arricogliono e portano cà cincu consulenti», dice intercettato. Per i pm si riferisce «al rischio che qualcuno potesse procedere ad un serio esame» dei conti dell’Ast. Ed è sempre Amico a proporre a Fiduccia un pretesto «per non dargli seguito» (al verbale di gara, ndr). E  cioè: «Il motivo della revoca potrebbe essere solo questo, cioè il triennio è sbagliato». Così, a firma di Amico, si mette nero su bianco «l’“escamotage”», ovvero «la circostanza che di fatto il Genovese avesse già cominciato a svolgere attività di revisione per l’anno 2019». Lui e gli altri due membri della commissione vengono considerati gli «autori materiali della falsità», perché, secondo l’accusa, «falsificavano la data» del verbale di gara: il 7 febbraio «invece che quella reale da collocarsi in data successiva e prossima al 05.03.2020».

 Non c’era un diverso sostituto di Fiduccia? «Assolutamente no, è stata una scelta obbligata», allarga le braccia Castiglione. Il presidente spiega che «Amico è legittimato perché non ha avuto l’interdittiva del giudice». E ai dubbi sull’opportunità della scelta risponde con brusco realismo: «È l’unico che potevo metterci, non ne ho altri. E poi è solo facente funzione, a breve faremo un atto d’interpello fra i dirigenti regionali, in attesa che, come mi ha assicurato Armao, ci sia la legge che sblocca le assunzioni».

Amico non risponde delle ipotesi sui falsi nel bilancio, nonostante fosse lui, in qualità di dirigente del Settore amministrativo, incaricato a redigerlo. Ma il futuro direttore facente funzione di Ast, intercettato, si mostra collaborativo  con il suo predecessore arrestato. Quando Fiduccia, il 7 febbraio 2020, gli riferisce della bocciatura del Pea (Piano economico aziendale. «poiché è stato inserito un contributo di 25,5 milioni, superiore di 3 milioni alla posta nel bilancio della Regione», Amico lo rassicura. «Ci possiamo inventare ‘na  poco di minchiate». Ed è anche in sintonia con Genovese che lo aiuta nella stesura del consuntivo 2019, «diventando allo stesso tempo controllore e controllato». Un bilancio che per Fiduccia è «malu cumminatu». Il revisore indagato lo incalza: «Lui, ‘ste carte, le deve sistemare». Il «lui» in questione è proprio Amico. Diventato, da qualche giorno,  l’uomo al vertice amministrativo di Ast.

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