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Life Support, la nave di Emergency verso il Canale alla ricerca di naufraghi: a bordo anche Daniele Silvestri

Nei prossimi giorni raggiungerà il Canale di Sicilia per la sua prima missione di search and rescue nelle acque del Mediterraneo Centrale: lunga 51,3 metri e larga 12, può accogliere fino a 175 naufraghi, oltre al personale di bordo composto da 28 persone 

Di Redazione |

 E’ partita dal porto di Genova la 'Life Support', la nave di Emergency che nei prossimi giorni raggiungerà il canale di Sicilia per la sua prima missione di search and rescue nelle acque del Mediterraneo Centrale: lunga 51,3 metri e larga 12, può accogliere fino a 175 naufraghi, oltre al personale di bordo composto da 28 persone. 

 Tra queste, nove sono i marittimi e 19 sono i membri dello staff di Emergency, tra i quali due infermieri, un medico e due mediatori culturali con esperienza nei progetti in Paesi come Italia, Libia, Yemen e Afghanistan. Sulle murate rosse della nave sono dipinte, su una fascia bianca, le parole del fondatore di Emergency Gino Strada: «I diritti sono di tutti altrimenti chiamateli privilegi». A supportare il nuovo progetto di Emergency ci sono anche due artisti: il cantautore Daniele Silvestri, che ha registrato a bordo della 'Life Support' il video del brano «Le Navi», e lo street artist Tvboy che ha realizzato sulla tuga della nave l’opera Emerge, un murales 3×2 che rappresenta due braccia che si afferrano tra le onde.   «Per anni lo staff di Emergency ha prestato servizio sulle navi umanitarie di altre ong, contribuendo a salvare migliaia di esseri umani – dice la presidente dell’associazione Rossella Miccio – Oggi, dopo mesi di lavoro, andiamo in mare con una nostra nave, la Life Support, per ribadire il nostro impegno per il diritto alla vita per tutti». «La Life Support interviene in un luogo considerato come la frontiera più pericolosa per i migranti, sia per numero di morti sia di persone disperse – sottolinea il direttore del Field Operations Department di Emergency, Pietro Parrino -. È il nostro modo di continuare a fare la nostra parte, ricordando che il soccorso in mare è un obbligo previsto dal diritto del mare ma anche un obbligo morale». 

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