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Tanti visitatori e investimenti: la crescita di Noto città gay friendly

Tanti visitatori e investimenti: la crescita di Noto città gay friendly

Ecco come la capitale del barocco attira anche nuove “presenze qualificate”

Di Luca Ciliberti |

NOTO – Qualche anno fa una proposta dell’ex assessore regionale al Turismo, Nino Strano (un personaggio che rimarrà nelle pagine di storia della Repubblica come colui che osò mangiare platealmente la mortadella in Senato per festeggiare al caduta del governo Prodi) fece clamore: «La Sicilia punti sul turismo gay friendly». Apriti cielo. Le critiche machiste arrivarono da ogni parte. Oggi che gay fa chic, probabilmente l’idea sarebbe accolta come una genialità. Eppure, fortunatamente, i siciliani, che sono sempre un passo oltre la loro classe politica e dirigente, concetti come sensibilità, tolleranza e accoglienza sono insiti nell’animo. Oscar Wilde fuggì dall’Inghilterra puritana per rifugiarsi nell’Isola, il barone Von Gloeden si trasferì a Taormina per fotografare quelli che, secondo lui, erano i giovanotti più belli del mondo. Un passaparola che negli anni ha portato in Sicilia il popolo chiamato con un termine moderno e pluralista Lgbt (lesbian, gay, bisexual, transex) a eleggere Noto e il suo territorio come meta privilegiata del turismo gay friendly.

Notizia risaputa che, in tempi di crisi, acquista valore e importanza se considerata leggendo i dati diffusi da Geta, la Gay European Travel Association che con il suo sito (www. geta–europe. org tradotto in cinque lingue fra cui l’italiano) aggrega 4.437 operatori turistici. La ricerca rivela che il numero di gay dichiarati in 50 Stati dell’Europa occidentale, centrale e orientale è di oltre 26 milioni di persone, il 2,6% circa della popolazione totale di 844 milioni. Una percentuale piccola solo in apparenza, ma con un potere di acquisto sproporzionatamente enorme. La Commissione europea stima che l’industria del turismo diretto nell’Unione europea vale il 5% del Pil, circa 632 miliardi di euro di cui circa l’8% è la fetta di spesa del turismo gay.

Ma il mercato mondiale per hotel, resort e altre aziende del turismo è molto più importante se rivolto a intercettare i gusti del resto del mondo. L’Europa rimane la destinazione più popolare all’estero per i turisti americani gay che, si stima, spendono più di 64 miliardi dollari l’anno. A questi si aggiunge il crescente numero di viaggiatori gay provenienti da Sud America, Asia e Australia che Geta stima complessivamente in circa 200 miliardi di dollari all’anno.

«Per la ricettività i gay sono i clienti migliori – spiega Paul Barnes di Geta – Non hanno figli e si concentrano sulla carriera, di conseguenza hanno più reddito disponibile, esente da costi di bambini e la scuola e senza il desiderio di lasciare grandi eredità. E inoltre le proposte commerciali sono facili da veicolare, attraverso siti e riviste dedicate».

Concetti, numeri e cifre che a Noto, riconosciuto centro internazionale della cultura gay friendly, hanno ben compreso e valorizzato. Il sindaco Corrado Bonfanti non fa «distinzioni di turisti», ma sottolinea «come la città attragga una fetta di pubblico sensibile alla bellezza, dai paesaggi al mare fino allo straordinario barocco conservato nel nostro centro storico». Più pragmatica il vicesindaco e assessore alla Cultura Cettina Raudino. «Siamo assolutamente consapevoli di ciò che vale questa fetta di mercato anche se ad oggi non riusciamo a quantificarla in termini strettamente economici – spiega – Si tratta di presenze molto qualificate e qualificanti, molto spesso i nostri visitatori sono architetti, artisti, designer e in generale persone di cultura. Sono anche i turisti che spendono di più. Noto è stata una delle prime amministrazioni comunali ad approvare il registro delle unioni civili. Da quaranta anni, poi, nella spiaggia dei Marianeddi, tra Eloro e Vendicari, uno dei tratti di mare più belli della Sicilia, siamo abituati alla presenza di gay e nudisti».

Una delle capitali del Sud–Est siciliano, tradizionalmente centro di clero e nobiltà siciliana con presenza omosessuale forte seppur nascosta al pubblico giudizio, Noto si è adeguata rapidamente ai tempi. «Lo scorso anno, in concomitanza dell’Infiorata, uno degli eventi più importanti che richiama decine di migliaia di turisti, nel giorno della giornata mondiale dell’omosessualità, abbiamo organizzato un incontro dal titolo “Coppia sostantivo plurale” insieme all’attore Luigi Tabita – spiega l’assessore – Il gemellaggio era con la Russia, da sempre ostile a queste tematiche».

E già in estate è previsto un nuovo appuntamento. «Un evento di tre giorni con workshop, rappresentazioni ed eventi dedicati alla cultura Lgbt che sarà organizzato tra fine luglio e inizio agosto, nel periodo in cui si registra la maggiore presenza di turisti gay in città. Tra le tematiche vorrei trattare anche il rapporto tra omosessualità e chiesa cattolica, anche alla luce degli insegnamenti di Papa Francesco in tal senso. Alla fine faremo una grande festa di chiusura, probabilmente nella strada simbolo di tolleranza e apertura verso il mondo gay che è la via Silvio Spaventa».

E cultura a parte, sono i numeri che promuovono Noto. «In città negli ultimi anni abbiamo registrato circa 2.000 nuovi residenti “stranieri” su poco di 24mila abitanti, molti arrivano dal Nord Italia, altri dai Paesi europei (inglesi, francesi, ecc) e c’è pure qualche americano. Tra questi ci sono anche tanti omosessuali. Comprano e abbelliscono gli immobili più prestigiosi della città, valorizzano le nostre zone e contribuiscono ad esportare in giro per il mondo le nostre peculiarità legate all’accoglienza, alla cultura e al cibo». Uno spot che vale molto in termini di promozione turistica.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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