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Taormina, al massimo il balzello sui turisti

Taormina, al massimo il balzello sui turisti gli albergatori sono pronti alle “barricate”

Da gennaio la tassa di soggiorno oscillerà tra 2 e 5 euro al giorno

Di Mauro Romano |

TAORMINA – Tassa di soggiorno al massimo consentito dalla legge e gli albergatori chiedono alla Corte dei conti di Palermo di indagare su come vengono spesi, dall’amministrazione comunale di Taormina gli introiti da milioni di euro degli anni pregressi. Le annunciate barricate degli “industriali dell’ospitalità”, che potrebbero presto rifiutarsi di fare gli esattori del famigerato balzello, stanno per essere erette. Intanto la tassa sui pernottamenti a Taormina, che ha incassato da quando è stata istituita almeno 4 milioni e mezzo di euro, è praticamente raddoppiata per le categorie più “stellate”. Lo hanno deciso solo otto consiglieri comunali – sette di maggioranza ed uno della presunta minoranza – al termine di una seduta del civico consesso dove il numero legale è stato garantito da questa esigua presenza, dopo che la minoranza ha abbandonato, sull’argomento, più volte, l’aula.     Con questo “colpo di mano” è passata una norma che, secondo gli albergatori, metterà in difficoltà un comparto turistico che sente, e non poco, la crisi economica. La decisione prevede un rincaro del balzello che fa balzare la cittadina turistica siciliana al top di una classifica nazionale, visto che il balzello previsto è al massimo.     In effetti è stata esitata quasi in toto la proposta della Giunta del sindaco, Eligio Giardina. Si contava di effettuare una normativa meno pesante dal punto di vista economico: proposte verbali, come quella di abolire la tassa in inverno per poi aumentarla in estate, non sono state neanche prese in considerazione.     Così, per gli alberghi a 5 stelle e 5 stelle lusso si passerà da 2,50 euro a pernottamento a persona a 5 euro (il massimo, appunto, consentito dalla normativa); da 2 a 3,50 euro per le strutture ricettive a 4 stelle. Per i 3 stelle i turisti dovranno sborsare 2 euro a notte, con un aumento di 50 centesimi rispetto al passato. Insomma, Taormina diventa, sotto questo punto di vista, tra le località italiane più care.     Il provvedimento è stato contestato anche per il modo in cui si è arrivati al suo benestare: «Il Consiglio comunale di Taormina ha approvato – scrivono Sebastiano De Luca ed Italo Mennella, rispettivamente presidente di Confindustria Alberghi e dell’associazione Albergatori taorminese – l’aumento della tassa di soggiorno, mentre altri Comuni più avveduti, responsabili e lungimiranti, I’hanno abolita, come Lipari, Costiera amalfitana e tanti altri. Una sparuta squadra minoritaria, che non ha tenuto conto delle conseguenze nefaste che tale decisione comporterà, ha preso tale decisione. L’imposta graverà inevitabilmente sui bilanci delle imprese, che sono ormai al collasso. La pressione fiscale, con gli aumenti adottati dal Consiglio, sfiorerà così il 76 per cento. Questa, inaspettata, ulteriore mazzata è arrivata dopo che le strutture ricettive hanno firmato i contratti con i tour operator per il prossimo anno. Quei pochi consiglieri comunali, per salvare le loro poltrone e quelle di un apparato pubblico parassitario e improduttivo, hanno voluto, ancora una volta, penalizzare l’unico settore produttivo, sano e trainante dell’ economia della città: il turismo».     La tassa “spremituristi” dovrebbe entrare in vigore a partire dal primo gennaio. Gli albergatori chiedono inoltre lumi alla Corte dei conti di Palermo, ai cui uffici è stata inoltrata una missiva-denuncia. Da tempo gli albergatori vorrebbero infatti che l’imposta di soggiorno fosse intesa come “tassa di scopo” destinata ad incentivare il turismo e non per sanare i debiti del Comune di Taormina che, dal canto suo, si appresta ad evitare il dissesto finanziario con un piano di riequilibrio decennale da sottoporre nei prossimi giorni al Consiglio. In ogni caso, l’approvazione ha scatenato forti tensioni nella cittadina turistica, dove vengono colpite la strutture più blasonate.     Un significativo studio su come inciderà la nuova tassa sulle vacanze su una famiglia media (padre, madre e figlio) a Taormina è stato effettuato da parte del consigliere comunale di opposizione, Alessandra Caltabiano. «È del tutto evidente – scrive Caltabiano – che quanto deliberato è un colpo mortale alla competitività turistica di Taormina. Soggiornare per dieci giorni in un albergo a tre stelle nella Penisola sorrentina costa la metà di Taormina. Negli alberghi a quattro stelle si passa dai 105 euro di Taormina ai 24 di Letojanni o 45 di Giardini Naxos. Per non parlare degli alberghi a cinque stelle, dove al turista taorminese viene richiesto un balzello di ben 150 euro mentre, per esempio, ad Acireale pagherà solo 60 euro».

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