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Assogestioni: raccolta 2022 a 19 miliardi dopo boom del 2021

In anno Covid era a 93 miliardi. Patrimonio a quota 2.215

Di Redazione |

MILANO, 26 GEN – I dati della mappa mensile di Assogestioni del dicembre 2022 mostrano, in via preliminare, che a fine dicembre il patrimonio gestito ammontava a 2.215 miliardi. La raccolta netta delle gestioni collettive è stata pari a 1,58 miliardi, mentre quella delle gestioni di portafoglio è stata di 9,57 miliardi, per un dato complessivo di 11,15 miliardi nel mese. La raccolta complessiva del 2022 è quindi pari a 19,7 miliardi contro il boom di 93 miliardi del 2021, condizionato dai forti risparmi in un anno segnato dalle restrizioni per il Covid. “Il dato sulla raccolta netta a dicembre è stato determinato quasi totalmente dai mandati istituzionali – commenta Alessandro Rota, direttore dell’Ufficio studi dell’associazione italiana delle società di gestione del risparmio – i cui flussi seguono delle dinamiche su cui l’andamento dei mercati influisce in misura minore rispetto al mondo retail. In attesa della lettura trimestrale definitiva, il segnale incoraggiante arriva dai fondi aperti, con gli azionari che continuano a catalizzare l’interesse degli investitori, consolidando un trend orientato al lungo periodo che prosegue ormai da tempo”, conclude Rota. I numeri confermano infatti la resilienza dei fondi aperti, che a dicembre hanno registrato 1,14 miliardi di afflussi e, in particolare, quella dei prodotti azionari, in positivo per 1,39 miliardi. Segno più anche per i fondi obbligazionari (+375 milioni), mentre restano in rosso quelli bilanciati (-342 milioni). Per i fondi chiusi invece la raccolta è stata di 444 milioni. L’ammontare del patrimonio delle gestioni collettive si attesta così a 1.160 miliardi, equivalenti al 52,4% del totale. Sul fronte delle gestioni di portafoglio, i mandati istituzionali a dicembre registrano 8,7 miliardi di raccolta netta, mentre quelli retail 872 milioni. Il patrimonio gestito ammonta a 1.055 miliardi, pari al 47,6% del totale. Infine, a influire sulle masse complessive del mercato italiano è stato l’andamento avverso dei mercati: la continua volatilità ha avuto un impatto di mercato negativo del 2,5% secondo le stime dell’Ufficio Studi Assogestioni.

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