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Criptovalute, il Ddl bilancio adesso fa finalmente chiarezza

E' finita l’incertezza fiscale

Di Redazione |

Per la prima volta, attraverso il Ddl Bilancio 2023, viene normata in modo organico (o, meglio, mai così organico) la materia fiscale delle cripto attività. «Credo sia importante sottolineare che il testo è in divenire e che quindi, rispetto a quanto emerso finora, potrebbe esserci delle modifiche», spiega Federico Vicino, dottore commercialista con studio a Catania e Milano, esperto in protezione del patrimonio e fiscalità internazionale. «Sino ad ora c’è stata poca chiarezza sul tema», dice Vicino, adesso la legge di bilancio disciplina che, ai fini fiscali, le cripto valute sono attività finanziarie e, come tutte le altre attività finanziarie, scontano una tassazione del 26%. In parallelo viene introdotto il meccanismo della rivalutazione e una sorta di voluntary, per far emergere gli asset non dichiarati negli anni precedenti. Attraverso la rivalutazione si consentirà a chi detiene cripto di affrancare il valore rivalutato, limitando la tassazione al 14% ed evitare, così, di incorrere nell’imposizione al 26% nel caso di conseguimento di plusvalenze. La voluntary, invece, prevede che emergano, attraverso la dichiarazione dei redditi, le cripto non dichiarate nel passato, pagando solamente lo 0,5% per ogni anno di mancata denuncia e del 3,5% in caso di capital gain. «A mio avviso – spiega Vicino – non è appropriato pretendere il pagamento di sanzioni, pur se ridotte, in quanto si tratta delle prime norme in materia. Insomma, per certi versi si tratta di una vera e propria rivoluzione», conclude Federico Vicino, anche se molti, sono ancora gli aspetti da chiarire e i dettagli da definire. Tuttavia, oltre che fiscale, alle cripto valute occorrerebbe una regolamentazione di natura finanziaria. A questo risultato ci si arriverà, verosimilmente, non prima del 2024, quando sarà operativo il regolamento europeo Micar (Market in crypto assets). Tale mancanza di regolamentazione ha permesso il fallimento dell’exchange Ftx. Gli exchange sono a tutti gli effetti degli intermediari, ovvero ricevono soldi reali e li detengono, per conto degli investitori, in forma di cripto valute, ma non sono soggetti alle ferree regole imposte agli intermediari finanziari canonici e non hanno, ad esempio, la copertura dei centomila euro garantita dal fondo interbancario di tutela dei depositi. In questo contesto, quello dell’investitore verso gli exchange è un credito soggetto a tutti i rischi tipici dei crediti tra soggetti privati senza garanzie.   

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