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Made in Italy traino anche nel 2023, export +50 miliardi

Allianz Trade, impatti rialzo tassi nel quarto trimestre e 2024

Di Redazione |

MILANO, 07 GIU – Il Made in Italy continua ad essere un traino per l’economia italiana con esportazioni in crescita anche quest’anno. “Nonostante il contesto economico, prevediamo che il Made in Italy nel 2023 porterà una crescita di export addizionale in valore pari a circa 50 miliardi di euro”. A dirlo è Luca Burrafato, responsabile Paesi Mediterranei, Medio Oriente e Africa per Allianz Trade. Secondo lo studio realizzato dalla compagnia assicurativa e presentato in occasione del lancio dell’evento L’Italia delle Imprese 2023, il commercio globale crescerà lentamente in termini di volumi (+0,7% contro il +3,8% del 2022) e avrà una contrazione in termini di valore (-0,1% contro il +9,7% del 2022). In questo contesto in chiaroscuro, gli esportatori italiani vedono un quadro più fosco, ma le vendite continueranno a crescere. In particolare, il 43% dell’incremento delle esportazioni italiane si concentrerebbe nei cinque mercati di punta: Germania, Francia, Stati Uniti, Svizzera e Regno Unito. E i servizi (compreso il turismo) rappresenteranno il 60% dell’incremento totale. “Quest’anno sarà ancor più necessario lavorare con i giusti partner, visto il rimbalzo delle insolvenze che cresceranno del 21% a livello globale”, spiega Burrafato. Quanto invece all’inasprimento della politica monetaria, “ci attendiamo che il pieno impatto raggiunga il picco nel quarto trimestre dell’anno e si protragga nel 2024 – aggiunge il chief economist Allianz Trade, Ludovic Subran -. I primi segnali sono già evidenti con la contrazione del credito privato alle imprese”. Tra le sfide principali segnalate dall’Allianz Trade, c’è in primis l’implementazione del Pnrr, accanto a quelle relative al mondo del lavoro e agli aspetti demografici. Secondo il manager, “sarà sempre più essenziale che tutti i Governi, così come anche in Italia, lavorino con efficacia alla promozione di politiche attive per la famiglia e che siano di supporto tra le generazioni, senza prescindere da un ragionamento più ampio intorno al mercato del lavoro”

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