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«Il futuro della città non può prescindere da un’idea consapevole che ne guidi la rigenerazione»

Di Redazione |

L’Ordine degli Architetti PPC etneo ha voluto creare una nuova opportunità di dialogo sul futuro della città di Catania, mettendo sul tavolo nuovi punti di vista e prospettive. Questo il focus della tavola rotonda svoltasi lo scorso giugno che, organizzata insieme ad altri Ordini locali e ad Ance CT, partendo dalla recente approvazione dello studio di dettaglio del centro storico di Catania, ha cercato di porre in primo piano la complessità della città intesa come interazione/integrazione di parti e la necessità di dotarsi di un’idea futura di città che ne guidi il ridisegno, scevra dagli obblighi delle scadenze dei fondi statali e comunitari, dalla sete di ricerca e attuazione di progetti fine a se stessi, da passerelle e prime pagine inutili e poco rassicuranti.

 

Per questo motivo, oltre al confronto con l’esperienza dei professionisti che vivono la quotidianità del nostro territorio, fermamente convinti della possibilità di riqualificare anche con interventi di Architettura contemporanea di qualità, si è chiesto a uno sguardo esperto esterno, quello dell’Arch. Patrizia Gabellini, Professoressa Onoraria di Urbanistica al Politecnico di Milano, Direttrice e Fondatrice di riviste di settore, con esperienza pregressa quale assessore all’Urbanistica, Città storica e Ambiente del Comune di Bologna, di illustrare nuovi approcci alla lettura della città, di raccontare di sconfinamenti, contaminazioni, di esperienze vissute che depongono a favore del “si può fare” insieme, di smontare preconcetti e schemi ormai obsoleti nell’approccio urbanistico alla rigenerazione e allo sviluppo della città. Si è valutata la possibilità di uscire dai limiti del concetto di zonizzazione, di considerare il centro storico come una parte importante del tutto, guardando alla città storicizzata, alla città “arcipelago”, quale interconnessione di centri, nuclei, insiemi di spazi pieni e vuoti e alle sue costanti trasformazioni che, nel tempo, si attuano a prescindere, indipendentemente da piani, programmi e progetti.

Ciò alla costante presenza della Politica, della Direzione Urbanistica, della Soprintendenza, del Genio Civile e di alcune Associazioni operanti sul territorio, nella speranza che una simile semina possa portare alla nascita anche di una sola pianta

«Ancora assenti, purtroppo, la “gente comune”, i giovani professionisti, gli studenti, coloro che, vista l’importanza dei temi, con il giusto coinvolgimento, vorremmo vedere quali primi interlocutori e propellente del motore di ogni cambiamento», ha dichiarato il presidente dell'Ordine Sebastian Carlo Greco.

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