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Coronavirus in Italia, due casi in Veneto: primi test positivi

Di Redazione |

Anche il Veneto, dopo la Lombardia, si trova a far fronte a due casi risultati positivi al primo test sul contagio da Coronavirus, una malattia «di secondo grado» contratta sul territorio e non in conseguenza di un soggiorno nelle zone contaminate in Cina. La notizia è stata confermata dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che ha subito riferito di due «casi sospetti», due anziani di 78 e 67 anni residenti in un paese del Padovano ai piedi dei Colli Euganei, Vò Euganeo. I tamponi risultati positivi alle analisi effettuate al centro di riferimento regionale per il Coronavirus, a Padova, sono stati inviati all’Istituto Spallanzani di Roma per la conferma.

Zaia si è subito messo in contatto con il commissario straordinario, il capo della Protezione civile Angelo Borrelli, e ha riunito la task force sul virus, in via degli Scrovegni a Padova.

I due pazienti, che hanno in comune la frequentazione di due locali pubblici nella cittadina di Vò, vivono entrambi con familiari. Si trovavano ricoverati all’ospedale di Schiavonia, una struttura nei pressi di Este, ma dopo la positività riscontrata sono stati trasferiti al reparto malattie infettive di Padova. Uno dei due è più grave, era ricoverato per una forma influenzale poi peggiorata in una patologia respiratoria, e ora è in terapia intensiva.

Il sindaco di Vò Euganeo, Giuliano Martini, ha riferito di aver appreso dei due concittadini positivi al test dal direttore dell’Azienda Ulss 6 di Padova, Domenico Scibetta, assieme all’attivazione dell’Unità di crisi. «Ho parlato col sindaco – ha detto Zaia ai giornalisti – per adottare tutte le misure: chiusura delle scuole, degli esercizi commerciali, cercando di ricostruire tutte le attività sociali e i contatti che queste persone hanno avuto per capire qual è il livello di cordone sanitario da mettere in atto. Non bisogna diffondere il panico, ma prima regola è l’isolamento. I luoghi frequentati dai due signori verranno chiusi e stiamo ricostruendo tutte le relazioni sociali e i contatti che hanno avuto, per fare i tamponi e verificare se ci sono soggetti positivi. Queste due persone – ha specificato il presidente veneto – hanno avuto contatti in loco, non sono andate in Cina, non sono il classico ‘caso sospettò. La procedura ora andrà a pescare tutte le persone che hanno avuto un contatto, i cittadini che sono stati curati per normali patologie. Si tratterà di capire che tipo di contatto hanno avuto». Oltre che nella cittadina di Vò Euganeo, anche la struttura di Schiavonia sarà oggetto di misure di isolamento e disinfestazione. Verranno dapprima effettuati tamponi per tutti i dipendenti dell’ospedale. Poi anche quest’ultimo sarà svuotato per essere sanificato. «Le raccomandazioni – ha concluso Zaia – sono sempre quelle: lavarsi le mani frequentemente, mi sento di dire anche di evitare luoghi affollati dove non c’è ricambio d’aria, perché il virus viene veicolato dal vapore acqueo e da piccole gocce di saliva. Quindi bisogna mantenere le distanze vitali di almeno un metro durante le discussioni con le persone».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA