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La misteriosa stella Eta Carinae: trovate per la prima volta molecole a base di silicio in sua prossimità

La scoperta, che permette di comprendere i complessi processi di formazione delle molecole e della polvere in condizioni fisiche estreme, è pubblicata su The Astrophysical Journal Letters da un team internazionale guidato da ricercatori dell’Istituto Nazionale di Astrofisica

Di Nicoletta Gullotta |

Trovate per la prima volta molecole a base di silicio vicino a una stella massiccia sull'orlo dell’esplosione: sono state individuate in prossimità della stella Eta Carinae grazie al radiotelescopio Alma in Cile.

La scoperta, che permette di comprendere i complessi processi di formazione delle molecole e della polvere in condizioni fisiche estreme, è pubblicata su The Astrophysical Journal Letters da un team internazionale guidato da ricercatori dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).

Eta Carinae è una stella molto massiccia e prossima alla fine del suo ciclo di vita, che affascina gli astronomi sin dall’Ottocento, quando se ne osservarono forti variazioni di luminosità e una grande eruzione, che ha riversato enormi quantità di gas e polvere nei dintorni, creando la Nebulosa Omuncolo.

Con una massa pari a circa 90 volte quella del Sole, questa stella fa parte di un sistema binario e si può osservare in direzione della costellazione della Carena, visibile dall’emisfero meridionale.

Lo studio, condotto insieme al Centro di Astrobiologia e il Consiglio superiore delle ricerche scientifiche (Csic) in Spagna e al Joint Alma Observatory in Cile, ha permesso d'identificare tre molecole a base di silicio nella nebulosa che circonda Eta Carinae: monossido di silicio (SiO), monosolfuro di silicio (SiS) e mononitruro di silicio (SiN).

La quantità di SiO e SiS è oltre dieci volte inferiore a quelle che si trovano vicino a stelle di massa intermedia,  molto più fredde e quindi più inclini a costituire molecole.

Al contrario, la terza molecola SiN (piuttosto rara nello spazio) è la più abbondante delle tre, riflettendo la peculiare composizione chimica della Nebulosa Omuncolo, ricca di azoto. Questo conferma Eta Carinae come una rara anomalia tra le stelle massicce evolute: uno scenario unico per mettere alla prova modelli di formazione e distruzione molecolare e studiare l’interazione tra i venti stellari e l'ambiente circostante. Inoltre, la presenza di molecole contenenti silicio invita a ripensare il ruolo di queste stelle prossime alla loro fine nella produzione di polvere e molecole, che ha importanti implicazioni nella formazione di molecole capaci di favorire la vita.   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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