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Mare inquinato, proteste dei turisti: «Monitorare acque dell’Alcantara»

Di Salvatore Zappulla |

A sud dell’Alcantara in parallelo con l’ex regia trazzera Riposto-Schisò fino ad arrivare alla cittadina marinara di Riposto si estende una costa lunga chilometri e chilometri, con numerosi lidi attrezzati, che continua a soffrire da decenni d’inquinamento marino. Un’area costiera con parecchi problemi, che ha conosciuto negli ultimi quarant’anni uno intenso sviluppo urbano incontrollato, in particolare intorno all’area archeologica della prima colonia greca di Sicilia, con case vacanze per villeggianti e diversi alberghi, che attirano notevoli interessi legati agli affitti estivi e alle strutture alberghiere.

Solo pochi giorni fa alcuni turisti giunti in Sicilia per godersi il sole e il mare hanno deciso di rompere il muro di omertà sulle condizioni del mare, nei pressi della foce dell’Alcantara, che segna il confine tra il versante catanese e quello messinese, presentando un esposto al Comune di Giardini Naxos e denunciando una situazione incresciosa: la presenza in alcuni tratti dell’arenile di Recanati di minuscoli esemplari di “vermocane”, ma anche di escrementi, assorbenti, fogliame e pesci morti a pochi metri dalla riva del mare. Come non ricordare fino a qualche anno fa la deviazione della foce del fiume Alcantara sul lato catanese da parte di ignoti, che evidentemente hanno sempre considerato d’estate il fiume come un “problema sanitario”. Proteste che si aggiungono a quelle del bagnanti e degli operatori turistici del vicino litorale del circondario marittimo di Riposto, la cui costa fino a Fondachello di Mascali è caratterizzata da pinete di eucalipto.

Un’emergenza inquinamento che ritorna puntualmente in questo periodo, che ha tra le sue cause l’inefficienza dei depuratori che servono i Comuni, vecchi e sottodimensionati, le cui acque mal depurate finiscono in mare (come hanno accertato le inchieste della Procura di Catania), ma anche lo sversamento in acqua di scarichi fognari abusivi. Un tratto di costa sempre più malato, dove giornalmente dal fiume Alcantara – alla sua foce è presente il depuratore consortile di Giardini Naxos – si riversano in mare acque inquinate. E infatti l’aggravarsi dello stato di inquinamento delle acque del fiume Alcantara – rispetto ai risultati rilevati nel 2017 da Goletta verde – ha spinto il circolo Legambiente Taormina-Valle dell’Alcantara a richiedere un incontro urgente con tutte le parti interessate: dal sindaco di Calatabiano, ai primi cittadini di Castelmola, Giardini Naxos e Taormina (quest’ultimi Comuni del Messinese fanno capo al depuratore consortile di Pietre nere), al Parco fluviale dell’Alcantara, allo stesso Consorzio rete fognante di Taormina, e all’Arpa Sicilia.

«I risultati delle analisi di Goletta verde – spiega la presidente del circolo Legambiente Annamaria Nossing – le recente segnalazioni dei sindaci di Castiglione di Sicilia e Francavilla di Sicilia sull’anomala colorazione lattiginosa che avrebbe assunto il fiume di recente sul proprio territorio, sono la prova dell’evidente stato di inquinamento delle acque fluviali dell’ Alcantara. È nostra intenzione richiedere un programma organico di attività di monitoraggio delle qualità delle acque, individuando nello specifico le cause d’inquinamento del fiume e invitando l’Arpa Sicilia, organo preposto alla protezione dell’ambiente, a segnalare un referente con il quale concordare un piano d’azione da sottoporre in una seduta pubblica a tutti i portatori d’interesse».

A preoccupare inoltre l’associazione ambientalista la presenza di bagnanti in alcune aree prossime al fiume, malgrado i divieti di balneazione, e le stesse attività agricole che si servono delle acque del fiume a scopo irriguo.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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