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“I nostri muri”, Presti: «Nè edificare, nè abbattere; quelle barriere diventino le nuove porte dell’anima»

Di Antonio Presti |

Basta edificare muri. E neanche abbatterli. La vera forza sta nel costruire attorno ai muri in cui spesso ci imbattiamo e ci scontriamo un “pensiero altro”, cercando di trasformare quelle barriere in pensiero circolare attraverso la condivisione e l’unione. Da anonimato a identità; da ignoranza a conoscenza; da tirannia a democrazia: la vera forza risiede nell’azione maieutica di riconversione del muro.

Così è accaduto dieci anni fa con la Porta della Bellezza a Librino, opera monumentale collettiva che si è animata di uno spirito universale, innestando il valore della cura, il senso di appartenenza a un territorio. Oltre duemila mamme e duemila bambini hanno trasformato la materia grazie all’Arte, intrecciando terracotta e cemento, e creando un nuovo simbolo di amore che ha oltrepassato ogni barriera, anche quella del tempo. Oggi quell’opera, protetta e rispettata dagli stessi abitanti di Librino, è pura e viva, rappresentando una vera rinascita intrisa di Cultura e di Bellezza.

La storia insegna. Le nuove generazioni, anche in nome della storia di Berlino, devono comprendere che quei muri che prima dividevano, possono diventare cerniere dell’anima di un’intera comunità. Possono diventare porte per aprire varchi tra Est e Ovest, periferie e centri urbani; giovani e anziani, presente e futuro. Lì dove prima c’erano blocchi infrangibili, possono manifestarsi fessure dove s’innesta – con la leggerezza del respiro di un’intera umanità – la sacralità dei sentimenti. Così è successo recentemente con il “Cantico di San Francesco”, prima a Librino e poi nei comuni dell’Etna e dell’Alcantara. Quei muri che prima segnavano i confini di spazi relazionali, rimarcati dalla mancanza di connessioni tra differenti frammenti urbani, oggi sono diventati vere e proprie fortificazioni per l’anima. Anche qui i muri si sono trasformati, hanno modificato la loro accezione di semplici divisori tra una strada e l’altra. Tra cementificazioni di pensieri e di legami ho voluto innestare i sogni e le speranze di tutte le persone che ho incontrato in questo lungo cammino. In un mondo senza confini, dove la modernità liquida e la disintegrazione degli spazi rappresentano il tratto comune della globalizzazione, ho voluto riaffermare il concetto di inclusione partendo proprio dalle cinture che segnano i solchi di un territorio. L’arte si è impregnata di etica, per riaffermare una nuova visione di presente e per far rivivere i legami familiari e sociali, il genius loci dei luoghi, l’identità delle popolazioni.

Le installazioni monumentali fotografiche della Fondazione Fiumara d’Arte, coinvolgendo 40mila persone, hanno creato un ponte tra il non fare e il fare, in quel processo dove l’immobilismo diventa slancio, dove la coscienza si apre alla responsabilità, riconsiderando tutte le possibilità per cercare di non far morire la Sicilia sotto le sue stesse macerie. Fatte di abbandoni, solitudini, desolazioni, rinunce, assenze e miserie. Muri dove abbiamo voluto scrivere la storia di una terra rigenerata grazie a ogni singolo cittadino, che diventa parte attiva, seminando senso di appartenenza, voglia di partecipare, educazione alla Bellezza.

Bambini, madri, padri, nonni, oggi popolano tutti quei muri disseminati nei comuni di Randazzo, Graniti, Castiglione di Sicilia, Piedimonte etneo, Gaggi, Malvagna e Motta Camastra, diventati veri e propri “poli” di rigenerazione, aggregatori di certezze, dove la parola della Preghiera del Cantico inneggia per farci ricongiungere alla natura, alla nostra terra, al nostro essere universale.

È la frontiera della condivisione dove non ci sono confini. È la linea di demarcazione tra il pensiero critico contro l’indolenza della contemporaneità. A Librino e nei Parchi dell’Etna e dell’Alcantara abbiamo costruito un presidio etico ed estetico contro l’ignoranza, la schiavitù dell’analfabetismo e l’anestesia dell’anima. Un detonatore culturale e spirituale che trasforma i muri in porte dell’Anima.

Antonio Presti è presidente della Fondazione Fiumara D’Arte, mecenate noto per le sue battaglie culturali nei quartieri a rischio (Librino, a Catania) e nel MessineseCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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