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Covid, Aeroporto di Catania sotto assedio per intercettare per tempo varianti “sospette”

Di Maria Elena Quaiotti |

Catania – Tamponi e vaccini: si “corre” e si “pressa”. Dopo l’ordinanza regionale di giovedì sera che prolunga (almeno) fino al 6 aprile la possibilità di effettuare gratuitamente, e su base volontaria, i tamponi antigenici rapidi per i passeggeri non pendolari, al Terminal C dell’aeroporto Fontanarossa di Catania la priorità è rimpinguare il personale medico per far fronte ai flussi previsti, in sostanza a oggi ci sono 26 medici e dovrebbero essere almeno 40. Un’attenzione particolare viene data alle varianti del Covid, grazie a tamponi di seconda generazione riservati a chi arriva da località considerate a rischio.

Sul fronte vaccini, all’ex mercato ortofrutticolo di San Giuseppe La Rena, dove la richiesta maggiore di chi arriva per vaccinarsi è la rassicurazione sul fatto che “vaccinarsi sia l’unica scelta possibile – come ripete convinto Giuseppe Liberti, commissario Covid per l’area metropolitana etnea – l’Hub è pronto per arrivare alla soglia prevista di cinquemila vaccini al giorno, ma i limiti sono dettati sia dalle scorte di vaccino disponibili, sia dalle categorie contingentate, a oggi forze dell’ordine e personale scolastico, un po’ restio a vaccinarsi. A oggi solo all’Hub somministriamo 7-800 vaccini al giorno, di cui 500 insegnanti»..

Ieri mattina all’aeroporto il flusso di passeggeri verso il “Covid test area” era sostenuto, ma disciplinato, tempi di attesa tra esecuzione e consegna referto di un quarto d’ora, massimo venti minuti. Un segnale positivo “che conferma il trend avuto fino a oggi – sottolinea Francesco Grasso Leanza, responsabile attività aeroportuali per l’ufficio del Commissario Covid di Catania – dal 14 dicembre, quando siamo partiti, su 176 mila passeggeri in arrivo ne abbiamo tamponati 96 mila, una media del 60%, trovando oltre 200 positivi e rispondenza del 100% con il tampone molecolare. Con la nuova ordinanza che scade il 6 aprile riattiveremo il servizio, che ha sofferto delle “migrazioni” dei medici verso le scuole di specializzazione, dovremo quindi reimportare il numero dei medici per continuare a offrire un servizio rapido ed efficace. Durante le feste di Natale siamo arrivati a 80 medici, oggi sono 26 quindi dovremo arrivare almeno a 40 per contenere l’afflusso dei passeggeri durante il periodo pasquale, quando probabilmente, salvo deroghe e in base agli indici Rt, le regioni riapriranno e si consentirà il rientro. Intanto sino al 6 aprile continueremo lo screening, il nostro personale è schierato ogni giorno con l’aiuto dei volontari della protezione civile, che ci danno grande supporto”.

La percentuale di positivi non è altissima, ciò che si temono oggi sono forse le varianti del Covid. “I passeggeri – precisa – che arrivano da paesi indicati a rischio vengono screenati e, se sospetti, i tamponi vengono mandati al laboratorio del prof. Scalia al Policlinico. In caso di presenza di varianti, data l’alta contagiosità, cambiano le condizioni di isolamento dei pazienti: non più dieci giorni ma 14 e tampone negativo per poter uscire”. Inoltre, si sta testando un macchinario per “tamponi di seconda generazione – aggiunge Liberti – che non solo riducono il margine di possibile errore, ma individuano con certezza anche la variante inglese e la quantità di antigene. È sempre un tampone rapido, ma ci vuole qualche minuto in più”.

All’Hub vaccini ieri è stato montato il display “elimina code” all’esterno, intorno alle 11.30 erano già stati somministrati trecento vaccini, tre quarti d’ora il tempo richiesto a chi si vaccina. “Sono quattro milioni i siciliani da vaccinare – spiega Liberti – la struttura siciliana, organizzata in maniera eccellente dalla protezione civile, è in grado di vaccinarne un milione al mese, significa che se avessimo i vaccini li faremmo in 4-5 mesi. A oggi abbiamo vaccinato 350 mila persone in tutta l’isola, poco meno del 10%, che non è male, ma non è con questi numeri che si immunizza una popolazione”. “In chi viene a vaccinarsi la preoccupazione c’è – commenta uno dei medici, Vito Litrico – la nostra azione sta nel riportarli alla serenità, con umanità. Alla fine tutto si risolve, ed escono da qui consapevoli di aver fatto una cosa importante per sé stessi e per gli altri”.

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