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Caltagirone, ammazza la compagna a coltellate e si presenta dai carabinieri

Di Redazione |

CALTAGIRONE – L’ha uccisa a coltellate, poi quando si è reso conto di quanto accaduto in casa, è uscito e si è costituito ai carabinieri. Ancora un caso di femminicidio. Questa volta, a Caltagirone, dove un uomo di 53 anni, Salvatore Pirronello, ha accoltellato la convivente, Patrizia Formica, di 47 anni. Poi ha confessato il delitto. Non si conosce ancora il movente, lui avrebbe detto di essere stato colto da un raptus omicida. Il delitto è avvenuto all’alba nella loro casa di via Filippo Paladini nel rione Balatazze una zona popolosa della città, dove la coppia viveva da sola. L’arma del delitto, un coltello, è stata recuperata. Indagano i carabinieri.

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La coppia viveva insieme da alcuni anni, entrambi uscivano da matrimoni finiti con la separazione. La donna aveva avuto due figli dal marito, che non vivevano con lei. Il delitto sarebbe stato commesso intorno alle 5. L’uomo l’ha colpita con quattro colpi di coltello mentre la donna dormiva nel letto matrimoniale della loro casa, in via Paladini, nel popoloso rione Balatazze di Caltagirone.

La donna non si sarebbe accorta di quanto stava per accadere. Nell’ appartamento sono presenti militari del reparto Scientifico dell’Arma del comando provinciale di Catania. La Procura di Caltagirone ha aperto un’inchiesta.

Pirronello, secondo quanto si è appreso, aveva un precedente penale per rapina, per un reato commesso quando aveva 17 anni. Fece parte del gruppo di quattro banditi che, il 30 dicembre 1981, assalirono, per rapinare i passeggeri l’autobus, di linea Catania-Palermo, ma uccisero l’autista, Giuseppe Savarino, e l’avvocato Enzo Auteri, che era stato presidente della Provincia di Catania. Per il duplice omicidio furono condannati l’esecutore materiale e un suo complice. Pirronello e un altro 17enne furono processati soltanto per rapina dal Tribunale per i minorenni di Catania.

«Ci vuole la pena di morte per chi uccide: un delinquente toglie la vita e poi vive tranquillo, mantenuto per anni in carcere. Non è giusto. Ed è colpa della politica». Così Beniamino Formica, tra le lacrime, parla dell’uccisione della sorella, Patrizia, accoltellata dal convivente della donna, Salvatore Pirronello, di 53.  «Lui non era l’uomo giusto per lei – aggiunge – io glielo avevo detto a mia sorella, ma lui ha minacciato me, la mia famiglia e i miei figli e io mi sono fatto da parte. Mia sorella ha presentato denuncia contro di me per salvare questo demonio, il suo assassino». 

Altri familiari di Patrizia Formica hanno espresso con i giornalisti il loro “grande dolore” per quello, hanno detto, «che è successo», ma anche «per quello che lei ha vissuto e per tutto ciò che lei avrebbe voluto». «Non ha avuto il tempo – hanno sottolineato – di potere riprendere la propria vita nelle mani ed essere felice come avrebbe desiderato e meritato». 

«Una coppia apparentemente tranquilla, educata e senza che abbia mai creato problemi». Così invece vicini di casa di Salvatore Pirronello e Patrizia Formica, sottolineando che «non era trapelato alcun segnale premonitore della tragedia». Nessuno li ha mai sentiti litigare, neppure ieri. Abitavano nel palazzo da pochi mesi, in una casa presa in affitto. Lui usciva regolarmente ogni mattina per andare a lavorare in una impresa nella zona industriale di Caltagirone. Lei rimaneva a casa, dopo avere chiuso un negozio per la vendita di biancheria intima. «Sono sempre stati cortesi. Una vicenda assurda, incredibile. Per quello che si era visto imprevedibile».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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