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Fase 2, il piano di Musumeci: distanze ridotte in ristoranti, alberghi e lidi balneari

Di Mario Barresi |

Catania – L’ordinanza sulle riaperture la firmerà oggi. Nonostante Nello Musumeci sia indispettito, per non dire furioso, con il governo nazionale. Per almeno due ragioni. La prima è il ritardo «imbarazzante» con cui Palazzo Chigi s’è presentato, carte in mano, all’incontro sulle linee guida per le Regioni. La seconda è il contenuto, ritenuto «troppo rigido» inizialmente messo sul tavolo dal premier Giuseppe Conte, con una prospettiva «molto rischiosa» per i governatori che volessero allargare le maglie: il “bollo” dell’Inail potrebbe creare un effetto-boomerang, in caso di eventuali contagi.

Alla fine di una giornata convulsa, però, si arriva a un accordo. E Musumeci lo ufficializza con una sua dichiarazione. «Roma ha finalmente condiviso le proposte contenute nel documento unitario delle Regioni presentato oggi (ieri per chi legge, ndr) pomeriggio. Pertanto, lunedì apriranno: le attività del commercio al dettaglio, i servizi alla persona (parrucchieri ed estetisti), i bar e la ristorazione. Per le altre attività il governo non ha dato il disco verde, ma contiamo, noi governatori, di ottenere, già nelle prossime ore, la necessaria autonomia per decidere su ulteriori riaperture. Abbiamo, inoltre, chiesto e ottenuto che le misure di protezione da adottare nelle attività autorizzate da lunedì siano meno restrittive rispetto a quelle proposte dall’Inail. Non appena il governo Conte emanerà i provvedimenti annunciati, firmerò la necessaria ordinanza. Penso si possa fare tutto nella giornata di domani (oggi per chi legge, ndr)».

L’accento è posto su due passaggi. Quali sono le «ulteriori riaperture»? E quali sono le misure «meno restrittive rispetto a quelle proposte dall’Inail» che potrebbero essere applicate in Sicilia da lunedì? La risposta è nella bozza di ordinanza, già sul tavolo del governatore da qualche giorno, che oggi vedrà la luce, dopo un lavoro di limatura assieme ai tecnici e all’assessore alla Salute, Ruggero Razza.

Alcuni indizi sono contenuti nel documento che Musumeci ha condiviso con gli altri governatori. A partire da bar e ristoranti, dove «potrà essere rilevata la temperatura corporea, impedendo l’accesso in caso di temperatura di 37,5 °C» e sarà previsto «un numero limitato di clienti per volta, in base alle caratteristiche dei singoli locali, in modo da assicurare il mantenimento di almeno 1 metro di separazione tra i clienti», mentre «laddove possibile, privilegiare l’utilizzo degli spazi esterni (giardini, terrazze, plateatici), sempre nel rispetto del distanziamento di almeno 1 metro)». Divieto tassativo di buffet, obbligo di mascherina fissa per il personale, ma anche i clienti dovranno indossarla «tutte le volte che non si è seduti al tavolo». La maggiore libertà dovrebbe riguardare, in Sicilia, i lidi balneari. Lo spazio per ogni singolo ombrellone scenderebbe a 10 metri quadri «indipendentemente dalla modalità di allestimento della spiaggia», anziché i 20 ipotizzati dal governo nazionale. E inoltre «tra le attrezzature di spiaggia (lettini, sedie a sdraio), quando non posizionate nel posto ombrellone, deve essere garantita una distanza di almeno 1,5 metri». E fra i clienti «assicurare il mantenimento di almeno 1 metro di separazione».

Musumeci spinge molto sulle strutture ricettive. Apertura immediata ma con «rispetto del distanziamento interpersonale di almeno un metro in tutte le aree comuni», favorendo «la differenziazione dei percorsi all’interno delle strutture, con particolare attenzione alle zone di ingresso e uscita». Il governatore valuta anche un’altra delle indicazioni del documento comune, ovvero che «gli ospiti devono sempre indossare la mascherina, mentre il personale dipendente è tenuto all’utilizzo della mascherina sempre quando in presenza dei clienti e comunque in ogni circostanza in cui non sia possibile garantire la distanza interpersonale di almeno un metro».

Musumeci incassa lo (scontato) via libera a parrucchieri e centri estetici, dove si pensa di consentire «la permanenza dei clienti all’interno dei locali limitatamente al tempo indispensabile all’erogazione del servizio o trattamento», sempre con l’obbligo di «assicurare il mantenimento di almeno 1 metro di separazione sia tra le singole postazioni di lavoro, sia tra i clienti». Inoltre, «l’operatore e il cliente, per tutto il tempo in cui, per l’espletamento della prestazione, devono mantenere una distanza inferiore a 1 metro devono indossare, compatibilmente con lo specifico servizio, una mascherina a protezione delle vie aeree», in alcune occasioni anche una Ffp2.

Per il commercio al dettaglio, invece, bisognerà «prevedere regole di accesso, in base alle caratteristiche dei singoli esercizi, in modo da evitare assembramenti e assicurare il mantenimento di almeno 1 metro di separazione tra i clienti» e per quelli di abbigliamento in particolare «dovranno essere messi a disposizione della clientela guanti monouso da utilizzare obbligatoriamente per scegliere in autonomia, toccandola, la merce» e «i clienti devono sempre indossare la mascherina, così come i lavoratori in tutte le occasioni di interazione con i clienti». Per i mercati e le fiere all’esterno prescritto l’«utilizzo di mascherine sia da parte degli operatori che da parte dei clienti, ove non sia possibile assicurata il distanziamento interpersonale di almeno un metro», e obbligo di mettere a disposizione guanti monouso per le bancarelle di abbigliamento. Sui mercatini c’è la possibilità per i sindaci di adottare misure restrittive, fino alla sospensione.

In Sicilia riapriranno a breve (forse già dal 25 maggio) piscine e palestre, entrambe col distanziamento di un metro fra i frequentatori. Per le prime queste le regole, fra le altre, ipotizzate: «La densità di affollamento nelle aree solarium e verdi è calcolata con un indice di non meno di 7 mq di superficie di calpestio a persona. La densità di affollamento in vasca è calcolata con un indice di 7 mq di superficie di acqua a persona». Per le seconde il distanziamento ipotizzato è «almeno 1 metro per le persone mentre non svolgono attività fisica» e «almeno 2 metri durante l’attività fisica (con particolare attenzione a quella intensa)». E inoltre «dopo l’utilizzo da parte di ogni singolo soggetto, il responsabile della struttura assicura la disinfezione della macchina o degli attrezzi usati», con l’obbligo per cui «gli attrezzi e le macchine che non possono essere disinfettati non devono essere usati».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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