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Coronavirus: il premier Conte sorpreso da chiusura scuole in Sicilia

Di Redazione |

ROMA – E’ legittima la chiusura delle scuole a Palermo? «Ci è stato detto da Musumeci, non l’ho sentito io direttamente, che hanno approfittato di alcuni giorni di chiusura per una pulizia straordinaria». Il premier Giuseppe Conte in collegamento dalla Protezione civile a L’Aria che tira su La7 ha espresso perplessità sulla chiusura delle scuole in Sicilia a causa dell’emergenza sanitaria dopo che ieri aveva ribadito che nelle zone che non sono focolaio del virus «non si giustifica la chiusura delle attività scolastiche» e aveva deciso di impugnare con il Consiglio dei ministri attraverso l’Avvocatura generale dello Stato la decisione unilaterale della Regione Marche che attraverso un’ordinanza del governatore dem Luca Ceriscioli ha stabilito di chiudere gli istituti scolastici e le università. «Ma se in Sicilia le scuole sono state chiuse per una pulizia straordinaria è una cosa un po’ diversa» ha detto Conte, mentre la giornalista Myrta Merlino ha parlato di una «decisione all’italiana».

A livello nazionale è stato invece deciso, per tutti, che «i viaggi d’istruzione, le iniziative di scambio o gemellaggio, le visite guidate e le uscite didattiche» programmate dalle scuole di ogni ordine e grado «sono sospese fino al 15 marzo 2020». Ed è stato anche deciso che dopo 5 giorni di assenza, per rientrare in classe occorrerà un certificato medico.

Conte ha spiegato che «in questo momento non fa bene, se ognuno va per conto suo si crea confusione generale nel paese». «Chiusura delle scuole significa creare problemi ai genitori – aggiunge il presidente del Consiglio – con contraccolpi sul sistema produttivo e a catena», dunque, il ragionamento, deve essere una misura adottata in extrema ratio. 

Dal canto suo, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha voluto precisare che «nessuna scuola è chiusa e nessun ufficio comunale è chiuso» ma che secondo quanto prevede «l’ordinanza regionale, che si attende a breve,  sono sospese le attività didattiche, quindi le attività d’ufficio proseguono». 

L’ordinanza – ha spiegato Orlando – «assegna alle scuole questo tempo per effettuare pulizie e per valutare con la protezione civile regionale eventuali interventi di sanificazione, i cui costi saranno eventualmente a carico appunto della Protezione Civile regionale».

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