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Eloro ripulita ma off-limits

Eloro ripulita ma off-limits

Di Isabella Di Bartolo |

Ci sono voluti i detenuti per ripulire dalle erbacce il sito di Eloro, nei pressi di Noto, e persino i Marines di Sigonella per ridare lustro al Castello Eurialo. Ciò a dimostrazione ennesima di una gestione da rivedere e correggere in termini di beni culturali.   «Quel che più impone una riflessione – dice l’archeologo Pietro Piazza, guida turistica impegnata nella provincia aretusea – è il fatto che dopo gli sforzi profusi da questi volontari per ripulire dalle sterpaglie i siti, questi restano chiusi. E’ il caso di Eloro che, nonostante sia stata appena bonificata dai detenuti del carcere di Noto insieme con alcuni volontari, rimane off limits».   Il cancello di accesso all’area archeologica dell’antica città greca alle porte di Noto è sbarrato. Da anni. «Nei giorni scorsi – dice Piazza – il sindaco di Buscemi, Nellino Carbè, ha lanciato un appello per Kasmene, altra colonia di Siracusa in condizioni di oblio. Ma a differenza di questo sito, che ha certamente grande valenza storica, Eloro è più facilmente raggiungibile. Si trova in una zona strategica, tra il mare più blu della costa meridionale e il barocco di Noto, eppure non fa parte di alcun circuito turistico».   Il sito di Eloro si trova nei pressi della Riserva di Vendicari, nel lembo sud della provincia. In una zona che attirò i Greci già 30 anni dopo il loro arrivo a Siracusa, come asserisce il soprintendente emerito di Siracusa, Giuseppe Voza. Fu lui, tra il 1972 e il ‘79, a curare la prima grande operazione di scavo nell’area riportando alla luce alcune testimonianze tra cui i resti di un tempio dedicato a Demetra e Kore e una serie di abitazioni della fine dell’VIII a. C., dunque immediatamente dopo la fondazione di Siracusa nel 734 a. C.   «Ciò significa – dice Pietro Piazza – che Eloro fu la più antica colonia di Siracusa, prima ancora di Akrai e Kasmene. La città venne arricchita da grandi monumenti dopo la pax punica come mostrano i resti di un piccolo teatro e di un’agorà dalla forma trapezoidale. Di grande rilievo la bellissima cinta muraria perfettamente conservata e lunga quasi 3 km. Eloro era infatti un avamposto militare dei Siracusani che vollero un insediamento strategico al centro della pianura costiera, quindi baluardo contro i Siculi. Nonostante tutto ciò, oggi il sito è chiuso».   Sbiaditi i cartelli turistici che indicano l’area archeologica e dimenticati i pannelli esplicativi. Voza, oltre a riportare in luce pezzi della città, predispose anche una viabilità interna per la fruizione del sito. «I percorsi all’interno di Eloro ci sono – dice l’archeologo Piazza – e anche ben sistemati; c’è persino la casetta dei custodi ma tutto è chiuso dal 2011.   Sarebbe invece una grande opportunità inserire Eloro in un percorso più ampio: il sito si trova accanto due delle spiagge più belle della provincia, quella di Pizzuta e Marianelli; e poi vicina a Noto e alla villa del Tellaro. Mettere in moto un circuito turistico coinvolgendo questi siti comporterebbe guadagni in termini economici e d’immagine per l’intera zona sud con Noto e le sue bellezze al centro».

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