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Raccolta differenziata in Sicilia in tilt

Raccolta differenziata in Sicilia in tilt ”C’è scarsa cultura dell’utenza siciliana”

La regione ferma al 15%, il j’accuse dell’assessore Contraffatto

Di Giuseppe Bianca |

Palermo. La catena della raccolta differenziata si è inceppata a causa di una scarsa cultura dell’utenza siciliana, ma anche e soprattutto per la mancanza di sensibilizzazione, che a tutti i livelli, i comuni hanno evidenziato». Vania Contrafatto, assessore regionale all’Energia, fissa in questi termini la questione, individuando fasce e livelli di responsabilità che hanno portato la Sicilia indietro rispetto alla media nazionale della raccolta differenziata, attestandosi ad un insufficiente 15%. Anche questo, probabilmente sarà uno degli argomenti che verranno toccati nell’incontro che oggi pomeriggio è previsto con il ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti. Oggetto della riunione alla quale prenderanno parte il governatore siciliano Rosario Crocetta e l’assessore Contrafatto, le soluzioni da adottare ed i percorsi da scegliere in vista del prossimo 30 giugno, termine di scadenza dell’ordinanza che ha autorizzato nell’ultimo anno e mezzo la Regione siciliana ad abbancare i rifiuti con l’attuale sistema delle discariche e con annessa la proroga del sistema degli Ato. Tra le possibili alternative al commissariamento da parte del governo nazionale, c’è quella di un’ordinanza controfirmata dal ministro dell’Ambiente e dal presidente della Regione. Intanto un piano stralcio con allegato cronoprogramma verrò presentato al ministero. La mappa della raccolta differenziata in Sicilia illustra una realtà disomogenea con sensibilità e riflessi operativi, differenti per territorio. La percentuale più alta viene fatta registrare nel piccolo paese della provincia di Palermo, di Gratteri, che arriva al 73% di differenziata. I territori di Catania e Trapani appaiono mediamente i più virtuosi. Zafferana etnea con il 66,5% di differenziata, Licodia Eubea con il 65,4%, Misterbianco con il 60, Delia con il 56,3%, Buseto Palizzolo con il 55,1%, ma anche S. Michele di Ganzaria con il 52%, sono i comuni che, sulla base dei dati forniti dall’Ispra, rapporto rifiuti urbani, si piazzano ai primi posti. Buoni i dati di Bisaquino al 48% e Aci Bonaccorsi al 47%. O ancora, Valderice (43%) e Castelbuono al 42%. Ferma al 10,1% la città di Palermo che eguaglia il dato di Catania città, mantenendosi sotto la media della maggior parte degli altri capoluoghi di provincia. Tra questi il primato spetta a Ragusa con il 25,3%, seguita da Trapani al 18,5%, Caltanissetta al 12,5% ed Agrigento che arriva al 12%. Fanno peggio Siracusa con il 3%, Messina con il 6%, mentre Enna si ferma di poco sotto la doppia cifra con il 9% di raccolta differenziata. I dati delle principali località turistiche di riferimento variano dal 18% di Taormina al 17,3% di S. Vito lo Capo. Cefalù non va oltre il 16,2%, mentre Giardini Naxos rimane al 9%. Le isole ecologiche dei comuni non sono mai nate. Gli Ato sono stati infarciti di dipendenti trasferiti o destinati a ruoli amministrativi. L’ecotassa, il bonus ai comuni più virtuosi è stato bocciato dal parlamento siciliano, ma pare sia intenzione del governo ripresentarlo quanto prima. Gli impianti di compostaggio attivi in Sicilia e regolarmente in servizio sono quelli di Castelbuono, Castelvetrano, Enna, Grammichele, Ramacca, Sciacca e Alcamo. Non sono al momento attivi ed in servizio quelli di Ciminna, Custonaci, entrambi con l’istruttoria in corso, Gela, in manutenzione, Joppolo Giancaxio e Marsala, entrambi in manutenzione. In corso invece le gare d’appalto per gli impianti di Paternò e Noto.

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