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La morte dell’avvocato Campione mentre lavorava in campagna

La morte dell’avvocato Campione mentre lavorava in campagna

Il fondatore della Sigenco schiacciato da un palo nel suo terreno di contrada Cafaro a Paternò. Aveva creato una delle imprese edili più importanti del Mezzogiorno: ma coi i grandi cantieri sono arrivati anche i problemi giudiziari ed economici

Di Mary Sottile |

CATANIA – Stava lavorando in campagna, all’interno del fondo agricolo di contrada Cafaro che molto amava. Quella terra e il costante rapporto che aveva con lei erano il suo rifugio. Il luogo dove dimenticava i problemi, dove i momenti bui, affrontati nella vita, venivano cancellati. In quel fondo agricolo, nel primo pomeriggio di ieri, ha trovato la morte. A bordo di una ruspa, era intento a lavorare nel suo appezzamento, quando, per cause ancora da accertare, ha toccato un vecchio palo in ferro in disuso, un tempo forse utilizzato per il passaggio dei cavi dell’illuminazione. Un tocco fatale. Il palo, si è staccato dal suolo, cadendo sopra la cabina, schiacciandola completamente. Per Santo Campione, 65 anni, avvocato, patron di una delle imprese edili più importanti d’Italia, la morte è arrivata qualche ora dopo, in un letto dell’ospedale “Cannizzaro”, di Catania, dove è stato portato con l’elisoccorso, nel disperato tentativo di salvargli la vita. Hanno fatto di tutto i sanitari per strapparlo alla morte, ma le sue condizioni sono apparse gravi fin da subito.   L’incidente sarebbe avvenuto alle 13 circa. A raccontare ogni cosa ai carabinieri della stazione di Paternò, intervenuti sul posto per le indagini, sono stati alcuni operai, al lavoro assieme alla vittima nel momento in cui si è consumata la tragedia. La sua passione più grande, oltre alla coltivazione dell’agrumeto, a poche centinaia di metri da Ponte Barca, erano i cavalli.

Santo Campione, tra gli Anni 80 e 90, era stato il braccio destro di Mario Rendo, altro famoso imprenditore edile catanese. Poi, nel 1998, decise di andare avanti da solo e fondò la Sigenco, divenuta una delle imprese edili più importanti d’Italia. Tra i lavori realizzati, figurano: gli ospedali di Mazara del Vallo e di Caltanissetta (il Sant’Elia), la torre biologica di via Santa Sofia, a Catania, l’aeroporto di Lampedusa, il parcheggio sotterraneo dell’ospedale “San Martino” di Genova e alcuni lotti dell’autostrada Salerno–Reggio Calabria.

Poi arrivarono gli anni dell’impegno per la realizzazione della metropolitana, a Catania. Grandi cantieri, dai quali arrivarono anche problemi rilevanti, sia giudiziari che economici. La crisi del settore degli ultimi anni diventa la pietra tombale della Sigenco. Le amministrazioni pubbliche effettuano pagamenti in ritardo, la Sigenco non ha più liquidità. Un colosso messo in ginocchio. Il 22 novembre del 2013 viene dichiarato il fallimento dell’azienda; a maggio del 2014, però, arriva la revoca e la Sigenco torna in pista. I problemi ricominciano pochi mesi fa, con il sequestro preventivo di beni per poco più di 3 milioni di euro, operato dalla Guardia di Finanza di Catania. Ieri, poi, l’incidente. E Santo Campione lascia la vita nel posto che più amava, il suo agrumeto.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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