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Incendi, la Sicilia brucia ancora: e le Procure aprono inchieste

Di Redazione |

PALERMO  Continua a bruciare la Sicilia. Tre, questa mattina, i fronti più importanti che vedono impegnate le squadre del Corpo Forestale e dei Vigili del fuoco: uno a Castellammare del Golfo (Trapani), uno ad Adrano (Catania) e un altro sull’isola di Lipari, dove comunque gli incendi sono già sotto controllo. E’ invece stato domato l’incendio che da ieri minacciava la zona di Cozzo Busino, a Monreale (Palermo).

A Castellammare le fiamme sono arrivate a minacciare alcune abitazioni che per precauzione sono state evacuate. In azione, oltre ai mezzi di terra, ci sono un canadair e un elicottero della Marina militare. Continua a bruciare da ieri, anche se l’incendio è ormai sotto controllo, la zona di Adrano, nel catanese.

Anche qui è in azione un canadair, così come sull’isola di Lipari, nelle Eolie. Qui le fiamme si sono avvicinate ad alcune case ma la situazione è tenuta sotto controllo dai vigili del fuoco che dopo nove ora di lavoro hanno quasi domato il rogo. Nel cuore della notte le sirene hanno allertato i residenti che nelle loro case non si erano accorti di nulla. L’ultimo focolaio è stato spento intorno alle 10, grazie anche all’intervento di un Canaider dei vigili che ha bombardato con gettiti di acqua le zone più impervie della località di Quattropani. I danni sono ingenti: tre chilometri di macchia mediterranea ridotti in cenere, lambite villette e residence, distrutti vigneti e orti, serbatoi d’acqua e pali della luce. Le indagini dei carabinieri hanno accertato che anche questo incendio, il decimo che si è sviluppato nell’isola nelle ultime settimane, sarebbe di origine dolosa.

Dopo tre giorni nei quali é stata circondata dagli incendi che si sono sviluppati in diverse zone della città a Messina oggi la situazione è sotto controllo. Sono presenti solo piccoli focolai che i vigili del fuoco stanno già domando, ma resta alto l’allarme perché i roghi vengono accesi di continuo. Situazione differente in provincia sia nella zona ionica che tirrenica, incendi si sono sviluppati a Milazzo, Lipari, Giardini e Gaggi.

Intanto, vista anche l’origine dolosa di quasi tutti i roghi alimentati poi anche dall’incuria delle amministrazioni pubbliche, le Procure dell’Isola hanno cominciato ad attivarsi.  E gli incendi scoppiati in questi giorni nel palermitano, distruggendo svariati ettari di verde boschivo, finiscono alla Procura di Palermo, dove i magistrati hanno aperto un’inchiesta per verificare, come si apprende, «eventuali inadempienze della Regione siciliana nel sistema della prevenzione». Sono numerosi i focolai che negli ultimi giorni hanno colpito tutta la provincia. Anche questa mattina il fuoco ha colpito nuovamente Giacalone. Sono tre le squadre dei vigili del fuoco al lavoro e un Canadair. 

Anche la Procura di Enna ha aperto un’inchiesta sull’incendio che ha distrutto il vallone Scaldaferro, tra Enna e Calascibetta, divampato a contrada Ferrarelle sull’autostrada A 19 Palermo Catania. Secondo una prima stima le fiamme che hanno raggiunto l’abitato e risalito le pendici di Calascibetta hanno bruciato oltre 400 ettari, dei quali una quindicina di boschi. Quella valle è sottoposta al vincolo paesaggistico. Solo con mezzi di terra, perché nessun aereo era disponibile, i Forestali e vigili del fuoco hanno arginato i danni impedendo che venissero distrutte abitazioni anche se si registrano danni a capannoni. Tra questi l’officina del deposito dell’Ato rifiuti che si trova in contrada Misericordia, completamente ridotta in cenere insieme a qualche mezzo. L’indagine della procura ennese è contro ignoti. Secondo alcune associazioni ambientaliste bisogna accertare se, sulle aree andate in fumo possano esserci interessi della criminalità organizzata legata ai contributi in agricoltura percepiti sui terreni a pascolo.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA