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Aiuti di Stato, l’ottuso no di Bruxelles a Comiso e Trapani

Di Tony Zermo |

Guardate l’inghippo. L’Unione europea ha approvato nuove deroghe agli aiuti di Stato – che prima erano vietati – in modo da consentire ai governi di investire nei piccoli aeroporti senza chiedere il permesso a Bruxelles. Una buona notizia per 400 piccoli scali europei, ma non per Comiso e Trapani perché si trovano a meno di 100 chilometri dai grandi aeroporti di Catania e di Palermo e quindi sarebbero esclusi dalla normativa comunitaria. Allora che fa, li facciamo deperire, li lasciamo in deficit perenne fino a che non scompaiano del tutto?

Perché la cosa ridicola è che la burocrazia europea, quella stessa che fissa la misura dei cetrioli o il mezzo metro del pesce spada, stabilisce, oltre al criterio della distanza di 100 chilometri, anche il tempo di percorrenza di almeno un’ora. Per cui Comiso diventa un caso di complicate misurazioni: da Ragusa a Catania la distanza è di 104 chilometri e quindi andrebbe bene, ma da Comiso a Fontanarossa i chilometri sono 85. Però, siccome la strada è quella che è, in auto ci si impiega certamente più di un’ora. Quindi: per il chilometraggio l’aeroporto di Comiso non potrebbe essere finanziato, mentre per il tempo di percorrenza superiore ai sessanta minuti può ricevere aiuti di Stato. Da un lato va bene e dall’altro no.

Ma è mai possibile che la burocrazia di Bruxelles vada avanti con il misurino e il metro da falegname? Se mancano una dozzina di chilometri tra due scali, ma per coprire l’intero percorso ci vuole più di un’ora, a meno di viaggiare su una Ferrari, si può fare pari e patta e consentire gli aiuti di Stato, che poi per lo scalo di Comiso sono essenziali? Quanto a Trapani Birgi è vero che si trova a 70 chilometri da Punta Raisi, ma è anche vero che è pure un aeroporto militare usato in recenti attività belliche. Non può servire solo come base militare, ma è utilissimo per tutta un’area turistica di pregio. I burocrati di Bruxelles la smettano di fare i maestrini e tengano conto del fatto che cinque milioni di siciliani per muoversi non hanno i treni veloci del Nord, ma hanno bisogno di aeroporti. Non sono un optional.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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