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Coronavirus, grido d’allarme per il lavoro a Catania e provincia: imprese in ginocchio

Di Redazione |

CATANIA – «Nella provincia di Catania l’emergenza coronavirus sta mettendo in ginocchio lavoratori e imprese già provate dalla crisi del 2008 e dai tagli causati dal dissesto in molti Comuni». Lo affermano Cgil, Cisl e Uil sottolineando «la necessità che il ministero del Lavoro, l’assessorato regionale al Lavoro e l’Inps affrontino questo momento particolare consentendo, ognuno per la propria parte, e in maniera sincronizzata, la fruizione di tutti gli ammortizzatori sociali necessari».

I tre segretari dei sindacati, Giacomo Rota, Maurizio Attanasio ed Enza Meli, si sono incontrati in teleconferenza per confrontare i primi dati sulle imprese e microimprese provinciali, comprese quelle con 1 o al massimo 4 dipendenti, che compongono il tessuto produttivo e che sono molto diffuse specie nei comuni dell’interland e con un documento unitario hanno chiesto alle istituzioni locali «che venga immediatamente reso fruibile ogni tipo di aiuto previsto dalla legge e dai recenti provvedimenti presi dal Governo, ma con effetto immediato. Impossibile pensare che si possa guadagnare tempo. Ogni giorno che passa è un rischio per l’economia della nostra provincia».

Per Cgil, Cisl e Uil di Catania il rischio polverizzazione delle piccole imprese di tutti i settori, è molto alto. L’appello di oggi ad adottare azioni straordinarie e veloci sul fronte regionale, fa seguito a quello lanciato nello scorso fine settimana quando è stata chiesta «una legge speciale per Catania, città già piegata dal dissesto economico del Comune, e particolari soluzioni pensate su misura per il territorio. E a espletare con le misure urgenti e speciali, una volta per tutte, i concorsi per la sanità siciliana visto anche l’estremo pericolo che stiamo attraversando».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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