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Rifiuti, ex assessore Contraffatto in Antimafia: riforma impantanata

Di Giuseppe Bianca |

Palermo – Più di un sassolino dalle scarpe e una lunga ricostruzione dei tre anni in cui ha occupato la poltrona, non sempre comodissima, di assessore regionale ai Rifiuti. In occasione ieri dell’audizione sul ciclo dei rifiuti portata avanti dalla commissione regionale Antimafia, presieduta da Claudio Fava, Vania Contrafatto, ex assessore regionale della giunta Crocetta e oggi direttore dell’ufficio status giuridico ed economico e movimenti magistrati al ministero della Giustizia ha chiarito alcune delle situazioni finite sotto la lente d’ingrandimento della commissione.

Contrafatto nella sua ricostruzione è partita dall’esperienza giudicata quasi impalpabile di Salvatore Callari, suo predecessore, di cui in pratica al momento del suo insediamento come assessore, l’ex pm palermitano non ha trovato né carte né una specifica presenza di atti amministrativi. In compenso nel periodo in cui il magistrato attendeva il via libera dal Csm per diventare un membro dell’esecutivo targato Crocetta, quest’ultimo procedette alla nomina a direttore generale di Domenico Armenio. Un feeling quello tra assessore e direttori di dipartimento destinato a rimanere incompiuto. Crocetta, riferisce in commissione Vania Contrafatto, non le diede mai una specifica linea di indirizzo, contando sul fatto che fossero i vertici amministrativi a bilanciare l’effetto delle sue scelte politiche. Serve forse in tal senso ricostruire il quadro in cui esordì “la giunta della pace” come fu definito il governo del 2014 che sancì nei fatti l’estensione della tutela dell’esecutivo renziano sulla Sicilia sull’orlo del default finanziario e in piena emergenza rifiuti su cui incombeva la concreta minaccia di un commissario straordinario da parte di Roma (Contrafatto era già commissario per le opere di depurazione).

Timore questo che portò Crocetta, secondo la ricostruzione emersa ieri in Antimafia, a serrare le fila in una fitta contrapposizione col mondo faraoniano di cui Contrafatto era stata espressione al momento della sua nomina. La commissione ha chiesto poi un approfondimento sulla vicenda Cisma Ambiente sfociata in un’inchiesta giudiziaria per abuso d’ufficio in cui sono rimasti coinvolti l’ex governatore Rosario Crocetta, giudicato con rito abbreviato e assolto a novembre, e l’ex direttore Maurizio Pirillo. L’ex assessore Contrafatto ha dichiarato alla commissione che a presentarle a Catania, l’imprenditore Carmelo Paratore, a capo della Cisma, poi arrestato nel 2017 per traffico illecito di rifiuti con l’aggravante del metodo mafioso, era stato il parlamentare regionale Luca Sammartino e che lo stesso amministratore della società aveva messo a disposizione l’impianto di Melilli, poi finito al centro dell’inchiesta, per far fronte all’emergenza che aveva pesantemente condizionato l’estate siciliana del 2016. Contrafatto declinò l’offerta e successivamente scrisse al direttore Maurizio Pirillo, quando l’amministrazione decise di utilizzare l’impianto per capire come e sulla base di quali criteri si fosse arrivati a questa scelta. Un rapporto di conflittualità tra Contrafatto e Pirillo proseguito poi nel tempo anche sulla vicenda delle autorizzazioni dei tmb mobili.

Sul Piano Rifiuti Contrafatto ha specificato che preferì non sottoporlo all’Ars, non essendovi in tal senso un obbligo di legge, anche perché la riforma dell’ente unico di gestione a cui aveva lavorato, si era impantanata prima ancora di arrivare in Aula. Non è mancato infine un riferimento al ruolo svolto dal senatore Beppe Lumia la cui presenza a palazzo d’Orleans era consueta e costante. Roberta Schillaci, componente della commissione (M5S) ha invece commentato così l’audizione di ieri: «Dalle parole dell’ex assessore abbiamo avuto l’ennesima prova che Crocetta voleva mediaticamente impersonare la legalità, alternando alla guida dei suoi assessorati nomi autorevoli, nei fatti li esautorava da scelte. L’ex assessore – ha proseguito Schillaci ha riferito ad esempio di aver fatto una serie di delibere che per i primi sei mesi non sono mai state prese in esame. La sensazione di una Regione Siciliana eterodiretta – ha concluso – è disarmante».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA