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Uno studio nel Ragusano su pesticidi e rischio tumori: «Niente paura»

Di Laura Curella |

“L’agricoltura intensiva in serra – ha spiegato il direttore dello S.Pre.S.A.L. Giuseppe Miceli – è tra i più rappresentativi dell’economia iblea quindi, il sospetto che i pesticidi utilizzati nella serricoltura siano all’origine di patologie tumorali ritorna ciclicamente ad essere oggetto di confronto, più o meno informato, tra la cittadinanza. Da questa premessa il Servizio di prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro dell’Asp di Ragusa, in collaborazione con il Registro Tumori di Ragusa, ha deciso di indagare l’eventuale eccesso di patologia tumorale in una popolazione sicuramente esposta a questo tipo di pesticidi. Il lavoro, tra l’altro, è stato presentato all’80° congresso della Simlii a Padova lo scorso settembre 2017, riscuotendo un significativo interesse. I dati riportati hanno evidenziato come nei soggetti analizzati non si è riscontrato una particolare incidenza tumorale, tranne che per i tumori alla pelle che associamo alla prolungata esposizione al sole e quindi ai raggi ultravioletti. Altro dato, che necessiterebbe di ulteriori approfondimenti perché non ancora statisticamente indicativo, quello relativo alla predisposizione a particolari patologie tumorali del sangue”.

Lo studio, avviato in maniera preliminare nel 2011, è stato finanziato anche con parte dei proventi delle sanzioni relative al 2012 comminate alle aziende per mancati adempimenti sulla sicurezza luoghi di lavoro. Ad illustrarne la metodologia, è intervenuto il dott. Giorgio Arrabito: “L’idea è nata qualche anno fa, quando ci siamo imbattuti nel corposo database dei possessori di patentini fitosanitari. Abbiamo individuato quindi una coorte selezionata e con esposizione certa a quel determinato tipo di sostanza chimica”.

Si tratta di uno studio retrospettivo riferito al periodo 1985-2012 su 7585 maschi, maggiorenni in possesso dell’autorizzazione all’uso di fitofarmaci, su dati forniti dall’Ispettorato provinciale dell’Agricoltura di Ragusa. Sono stati forniti dal Registro Tumori dell’ASP di Ragusa tutti i casi di patologia tumorale (con conferma istologica) accertati in cittadini maschi residenti nel territorio provinciale che nel periodo di riferimento hanno sviluppato un tumore maligno con data di incidenza successiva alla data di ingresso nella coorte di almeno un anno. Tali dati hanno reso possibile studiare in questa popolazione l’incidenza dei tumori in totale e anche organo-specifici. I risultati hanno registrato un eccesso di rischio statisticamente significativo per i tumori della pelle “non melanoma” e ai limiti della significatività statistica per il mieloma. L’esito dello studio è tale da suggerire di continuare l’osservazione di questa coorte e ad approfondire alcuni aspetti, attraverso uno studio caso-controllo sui mielomi.

“Si tratta di dati assolutamente da verificare – ha aggiunto Giorgio Arrabito – se avremo la possibilità di proseguire questo lavoro. L’intenzione sarebbe quella di confrontare la coorte selezionata di lavoratori agricoli, e quindi certamente soggetti ad esposizione di fitofarmaci, non più coi dati generali appartenenti alla popolazione iblea bensì con altre categorie di lavoratori attivi nel territorio ragusano, come per esempio quelli del settore terziario. Insegnanti, dipendenti delle pubbliche amministrazioni, per esempio”.

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