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Blitz contro droga spacciata nelle piazze del Ragusano: 10 arresti

Di Redazione |

Ragusa – Dieci persone sono state arrestate dai carabinieri del Comando provinciale di Ragusa nel corso di un’operazione, denominata “Country Hide”, contro il traffico e lo spaccio di stupefacenti. L’indagine, coordinata dalla locale Procura, ha consentito di accertare come gli indagati (di nazionalità italiana, albanese, tunisina e algerina), organizzati in quattro distinti gruppi criminali, rifornissero le piazze di spaccio nei comuni di Ragusa, Marina di Ragusa, Santa Croce Camerina, Donnalucata e Vittoria, smerciando marijuana, hashish, cocaina ed eroina. Alcuni degli arrestati inoltre avrebbero commesso diversi furti ai danni di aziende agricole iblee. Numerose le perquisizioni. Sequestrata anche una villetta di proprietà di uno dei principali indagati. 

Gli arrestati, di età compresa tra i 20 e 60 anni, agivano soprattutto nelle zone rurali, in campagna da qui la denominazione dell’operazione, “Country hide” dove pensavano di potere agire indisturbati. Individuati quattro gruppi distinti. Sin dai primi accertamenti sono stati individuati i luoghi principali in cui si concretizzavano lo smercio di sostanze stupefacenti e i furti nelle serre. Caratteristica in comune la campagna. Aree estese di superficie di terreno aperto, sorvegliabile, fuori e lontano da centri urbani o da importanti centri abitati, a bassa densità di popolazione e dunque abitata per lo più da qualche comunità rurale, di difficile accesso da parte dei comuni mezzi di trasporto: queste le connotazioni ambientali scelte dai gruppi operativi per prevenire interferenze da parte delle forze dell’ordine. Gli indagati pensavano di aver creato delle cosiddette zone franche, in quanto di difficile sorveglianza e controllo. 

Inoltre, la conformazione naturale di tali luoghi consentiva di celare le varie sostanze stupefacenti tra i campi limitrofi. Gli stupefacenti sul mercato erano disparati: dalla marijuana, all’hashish, sino ad arrivare alla cocaina e all’eroina. I contatti tra gli acquirenti e gli spacciatori avvenivano spesso attraverso un incontro diretto.Per quanto concerne invece i furti ai danni di aziende agricole, gli indagati avevano compiti specifici. Dapprima venivano effettuati veri e propri sopralluoghi che consentivano di individuare in maniera precisa e preliminare le serre da saccheggiare. Una volta stabilita l’’azienda e la data del furto che avveniva per lo più in arco serale o notturno, alcuni di essi avevano il compito di sottrarre ed impossessarsi materialmente delle primizie, provvedendo al caricamento della merce all’interno dell’autovettura, operazioni assicurate da chi, invece, fungeva da palo. La merce riguardava ortaggi in genere come: oltre 4.600 piantine di peperoni; 200 cassette di melanzane raccolte solo la mattina stessa dagli operai dell’azienda; consistente quantitativo di limoni e 250 kg di zucchine.

Questi gli arrestati nell’operazione “Country hide” dei carabinieri nel Ragusano: in carcere sono stati rinchiusi Raffaele Agenno, di 55 anni; Mesar Ruci, di 44, albanese; Cristian Masi, di 25; Fouad Jaballah, di 33, tunisino; Abdenaur, Guettache, di 38, algerino; Faical Mansour, di 42, tunisino; Abderramane Ben Hassen, di 41, tunisino; Salem El Kalem, di 20, tunisino. Agli arresti domiciliari sono stati posti altri due albanesi Francesko ed Artur Liko, entrambi di 26 anni. Agnello si sarebbe occupato di venere droga a Marina di Ragusa e Santa Croce Camerina insieme con Masi. I tre albanesi avrebbero commesso i furti nelle aziende agricole. Gli altri extracomunitari si sarebbero occupati di vendere la droga tra Santa Croce Camerina, Punta Braccetto, Donnalucata e Vittoria.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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