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Bagheria, il clan e il monopolio della droga: nove arresti

I carabinieri hanno eseguito 21 misure. Lo stupefacente arrivava da Palermo

Di Redazione |

Per debellare lo spaccio di droga a Bagheria, nel palermitano dove gli stupefacenti arrivavano dal capoluogo e venivano gestiti dal clan locale i carabinieri del nucleo investigativo del reparto operativo di Palermo hanno eseguito la notte scorsa 21 ordinanze di custodia cautelare firmate dal gip su richiesta del procuratore Maurizio de Lucia e dell’aggiunto Paolo Guido.

Nove indagati sono finiti in carcere, altri otto agli arresti domiciliari, mentre per 4 è scattato l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Per tutti a vario titolo l’accusa è associazione a delinquere finalizzata allo spaccio e al traffico di stupefacenti, aggravati dal metodo mafioso. L’operazione è la prosecuzione del blitz Persefone del settembre 2021 che ha già colpito il clan di Bagheria.

Nel corso dell’operazione Persefone 2 è stato arrestato un intero nucleo familiare composto da marito, moglie e due figli. Un terzo figlio era stato arrestato nella prima operazione. L’indagine, avviata dai carabinieri nel 2019, è stata coordinata Dda di Palermo e avrebbe consentito di confermare che l’attività di spaccio è gestita da «Cosa nostra» bagherese, anche grazie ai canale di approvvigionamento dai mandamenti cittadini di Brancaccio e Porta Nuova. Secondo quanto accertato dai militari al centro dell’organizzazione ci sono le ‘famigliè mafiose che ormai gestiscono lo spaccio per sostenere le casse dell’organizzazione e che cooperano tra loro per garantire sempre un costante rifornimento nelle basi di spaccio.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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