Notizie Locali


SEZIONI
Catania 20°

Palermo

Corleone, continuano le ricerche del medico che ha sfidato l’alluvione per andare al lavoro

Di Antonio Fiasconaro |

PALERMO –  Ancora senza esito le ricerche di Giuseppe Liotta, il quarantenne medico pediatra palermitano disperso nell’alluvione di sabato scorso non si hanno ancora tracce a parte il giubbotto che indossava, ritrovato dai carabinieri in contrada Scalilli, nei pressi di Corleone, ed ancora un paio di Jeans e una cinta forse appartenute a Liotta e ritrovate dagli uomini del soccorso alpino in un’ansa delle forre delle “Gole del drago”.

Ricerche anche nella zona in prossimità delle gole di Molino Drago, la zona sottostante all’area dove è stata trovata l’auto del professionista. Il medico era a bordo della sua Volkswagen Tiguan e si stava recando all’ospedale dei” Bianchi di Corleone” per il cambio turno. E a tal proposito c’è da sottolineare quanto ha dichiarato Domenico Cipolla primario delle unità di Neonatologia dell’Asp di Palermo che fa la spola con l’ospedale di Corleone.

«La collega che era di guardia sarebbe rimasta anche la notte glielo aveva detto: non è il caso di andare al lavoro. Alle 18 quando è partito da Palermo non c’era la pioggia. La bomba d’acqua è’ caduta alle 19,30. A metà strada ha fatto una seconda telefonata. E la collega ha ribadito che c’era brutto tempo. Giuseppe è rimasto bloccato insieme ad altre auto. Se non fosse andato al lavoro son sarebbe successo nulla. Non ci sono sanzioni disciplinari. E’ un normale rapporto tra colleghi l’importante che ci sia continuità territoriale. Il suo senso del dovere lo ha portato da sfidare le intemperie». Si stanno consumando ore di angoscia, soprattutto per la moglie Floriana Di Marco, pediatra oncologa all’Arnas Civico che anche ieri è stata sui luoghi dove è scomparso il marito.

Angoscia anche per il commissario straordinario dell’Asp di Palermo Antonio Candela che anche è in stretto collegamento con le forze dell’Ordine e di quanti sono impegnati nella ricerca del professionista. In apprensione anche l’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza che ha pure telefonato alla moglie di Liotta. «Come tutti i siciliani sto seguendo sin dal primo momento con molta apprensione la vicenda del pediatra che, con straordinario senso del dovere, non ha esitato a mettere in pericolo la sua vita per recarsi sul posto di lavoro. La sua vicenda sta toccando il cuore di tutti noi. Quando a volte ci rivolgiamo con un pizzico di egoismo e superficialità ai medici pensiamo all’esempio di gente come il dottore Liotta e alla eccezionale dedizione che molti di essi prestano alla loro professione».

Ieri gli ex colleghi e gli infermieri dell’ospedale pediatrico “Di Cristina” dove Liotta aveva lavorato fino a qualche mese fa si sono raccolti in preghiera.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


Articoli correlati