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Decreto sicurezza, blitz della Digos all’ufficio anagrafe del Comune di Palermo

Di Redazione |

PALERMO – Non si può sapere se è una iniziativa autonoma della polizia di Palermo e se sono arrivati ordini dall’alto, cioè dal ministero dell’Interno, fatto sta che questa mattina agenti della Digos si sono presentati  all’ufficio anagrafe del Comune di Palermo, dopo quanto affermato dal sindaco Leoluca Orlando che ha deciso di sospendere le procedure previste dal decreto sicurezza in tema di permessi di soggiorno e rimpatri. «Hanno chiesto – dicono gli impiegati – cosa accade quando vogliamo regolarizzare la posizione di un richiedente asilo e quali sono le procedure che stiamo seguendo».

Sembra quindi un altro atto della feroce polemica che si sta sviluppando tra sindaci e Viminale sul decreto sicurezza voluto da Salvini. Aumentano i sindaci che hanno deciso di non applicare la legge, ma si alza anche il livello dllo scontro.

Proprio ieri, con una nota inviata all’Ufficio anagrafe di Palermo, il capo area Maurizio Pedicone aveva trasmesso la disposizione del sindaco dello scorso 21 dicembre, «ricevuta – si legge – da questo ufficio soltanto ieri (2 gennaio, ndr) alle ore 17.07, in merito alle procedure per la residenza anagrafica degli stranieri, con cui impartisce l’ordine di sospendere le procedure previste dalla legge 132/2018, nelle more, stante la complessità della stessa, di approfondire i precetti di numerose norme del suddetto provvedimento legislativo che presentano aspetti di difficile interpretazione, che quindi, non considererebbero una corretta applicazione senza ledere i diritti fondamentali costituzionalmente garantiti della persona».

«Pertanto – conclude la nota – codesto ufficio provvederà, fino a nuova disposizione sindacale, a porre in essere gli adempimenti conseguenziali di competenza in materia di residenza anagrafica degli stranieri».

Questa mattina sono state dieci le richieste di residenza presentate all’ufficio anagrafe di Palermo da parte di extracomunitari. Il primo appuntamento per verificare le pratiche è stato fissato dagli impiegati per il 28 gennaio e date successive. I richiedenti sono tutti originari del Bangladesh e Ghana. «Cerchiamo di capire – spiegano alcuni dipendenti del Comune – cosa succederà dopo le parole del sindaco Leoluca Orlando e le dichiarazioni del ministro Matteo Salvini».

“Con riferimento alla notizia diffusa in data odierna da organi di stampa locale, in ordine ad un asserita presenza di personale della Digos di Palermo presso l’Ufficio Anagrafe del Comune, per assumere informazioni sulle procedure, inerenti i richiedenti asilo politico, adottate da quell’ufficio, si riferisce che tale notizia è destituita di ogni fondamento e che nessun dipendente della locale Digos ha fatto accesso nei predetti uffici comunali, in data odierna”. Così, in una nota, la Questura di Palermo sulla notizia della presunta visita dei poliziotti negli uffici dell’Anagrafe di Palermo.

Intanto i sindacati svelano che gli impiegati comunali sono preoccupati. «I dipendenti dell’ufficio anagrafe del Comune di Palermo sono ufficiali d’anagrafe e sono nominati con decreto prefettizio. Anche se il sindaco è il soggetto delegato dalla legge ed esprime una volontà politica e il dirigente dell’ufficio e il capo area firma un provvedimento con il quale dà seguito alle intenzioni del sindaco, questo non toglie che i dipendenti restano soggetti alla vigilanza del Prefetto e che rispondono di eventuali abusi e omissioni di ufficio», dicono  in una nota, Nicola Scaglione del Csa, Salvatore Sampino e Ilioneo Martinez della Uil Fpl.

«Non possiamo permettere che a rimetterci siano i dipendenti del Comune dell’ufficio anagrafe che accogliendo le richieste dovranno difendersi in giudizio», spiegano. «Abbiamo ricevuto diverse telefonate da parte dei funzionari e dipendenti comunali che non sanno cosa fare e sono preoccupati per i rischi a cui vanno incontro. Apporre una firma ad un provvedimento li espone a possibili denunce e in caso di condanna alla perdita del posto di lavoro», concludono. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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