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La storia di Salvo, vittima di un incidente nel 2013 e morto dopo 10 anni in coma: «Ora sei libero di volare»

Una tragedia che ha segnato la vita di tutta la famiglia: della madre, che è stata accanto al figlio ogni giorno, di Ornella e della sorella Chiara

Di Redazione |

«Adesso sei libero di volare»: Ornella Cavallaro saluta così, con un post su Facebook, il fratello Salvo, morto oggi dopo dieci anni di coma. Una tragedia che ha segnato la vita di tutta la famiglia: della madre, che è stata accanto al figlio ogni giorno, di Ornella e della sorella Chiara che per poter aiutare il ragazzo si sono iscritte e laureate in Scienze infermieristiche. Salvo, gli amici lo chiamavano Budy, amava le moto.

Lo scontro

Nell’estate del 2013 rimase gravemente ferito in un incidente stradale schiantandosi contro un’auto parcheggiata in seconda fila, mentre viaggiava in via Tasca Lanza a bordo della sua Suzuki. Stava tornando a casa a Monreale. Da allora è cominciata la sua agonia una lunga lotta contro la morte che si è arrestata oggi. Il 28 febbraio avrebbe compiuto 36 anni. Dopo gli studi come grafico professionale aveva iniziato a lavorare nell’impresa edile del padre.

«Mio fratello se n’è andato in pace. Parlarne per me è una grande sofferenza. Io e mia sorella ci siamo iscritte alla facoltà di infermieristica per aiutarlo seguendolo nelle cure di cui ha avuto bisogno nel tempo», dice Ornella. «Salvo aveva tanta energia e tanti progetti. – spiega – Era innamorato della vita, dello sport. Le moto erano la sua passione, andava in mountain bike. Poi aveva il sogno di creare qualcosa e insieme aprimmo un locale in centro, vicino via Libertà. Avevamo inaugurato “Piano”, così si chiamava, poco più di un mese prima dell’incidente».

Il ricordo

Progetti andati in frantumi dopo la tragedia che ha condizionato i Cavallaro per i successivi dieci anni. «Salvo, la notte dell’incidente, stava rientrando a casa. Arrivato in prossimità di un bar non si è forse accorto delle auto in seconda e tripla fila. Ce n’era una, quella contro cui si è schiantato, che addirittura stava andando in retromarcia. La frenata è stata inutile anche perchè c’era l’asfalto bagnato», spiega.

«Da allora – ricorda Ornella – non si più ripreso. Per un lungo periodo lo abbiamo portato in un centro di riabilitazione a Ferrara. Poi abbiamo iniziato a seguirlo in casa, soprattutto mia madre. Io e mia sorella Chiara abbiamo deciso, dopo quanto accaduto, di iscriverci all’università e diventare infermiere, laureandoci. Pensavamo che in questo modo ci saremmo potute occupare di nostro fratello. Da allora non si è mai più svegliato ed è rimasto in uno stato di coma vegetativo per tutti questi anni».

«Mi ricordo ancora il tuo essere allegro e solare, sempre sorridente; che il tuo calore possa continuare a scaldare i cuori dei tuoi familiari e a vegliare sempre su di essi», scrive un’amica su Fb. «L’amore è indistruttibile e travalica ogni confine». E ancora: «Come dice tua sorella ora sei libero di volare e continuare a sorridere ed ed essere tranquillo e sereno».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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