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Catania, il candidato progressista Maurizio Caserta tende una mano a Bianco: «Un confronto è possibile»

Il docente di Economia allarga il campo dopo la sentenza sull'ex sindaco: «Rispetto per la magistratura, ma l'incandidabilità non cancella le sue idee»

Di Cesare La Marca |

La premessa è «l’assoluto rispetto per la decisione della magistratura contabile». Il punto di partenza di un ragionamento più ampio, che per il candidato del fronte progressista Maurizio Caserta, nell’ora delle polemiche e dei veleni nel centrosinistra, non può non considerare gli effetti anche politici derivanti dall’incandidabilità di Enzo Bianco.

«Sappiamo quanto è complesso un sistema quale quello dell’amministrazione comunale, le responsabilità sono tante dal punto di vista contabile – rileva il professore Caserta – e qui non è utile dire che le colpe sono di quelli di prima o ancora prima, cosa che alla città interessa relativamente, il fatto è che è stato prodotto il dissesto, non perché qualcuno vuole colpire qualcun altro, e non possono essere garantiti i servizi. Di certo c’è un giudizio da dare sul modo in cui in questa città sono state gestite le risorse pubbliche, il discorso non è criticare o meno la sentenza che ha sancito l’incandidabilità di Enzo Bianco, ma chiedersi perché siamo a discutere di questo invece che di servizi sociali, ambiente, asili nido e trasporti».

La responsabilità

Qui Caserta allarga il campo all’altro aspetto della questione. «C’è la responsabilità politica, che è più larga e che si estende di più nel tempo, al di là di ogni valutazione la storia di Enzo Bianco fa parte di quella del centrosinistra, è una storia importante che si intreccia con quella di questa città. Se quella storia è di centrosinistra non vedo cos’altro si possa fare se non aprirsi a un possibile confronto, per ritrovare quella unità che deve andare al di là delle storie personali, che non devono essere ostacolo al rafforzamento di una proposta che va arricchita, elaborata e integrata».

Una proposta pacificatoria che certo troverà qualche dissenso nel fronte progressista. «Se io rappresento una sintesi – spiega il docente – questa deve allargarsi, non chiudersi, essere comprensiva con ciò che è coerente con questo campo largo, qualunque termine può andare bene per definirlo a patto che si rispetti il suo Dna basato su uguaglianza, diritti e legalità».

La disponibilità

C’è dunque la disponibilità a un confronto, che è un dato politico oggi non certo secondario. «Ci sono differenze ma questo non esclude la condivisione – aggiunge Maurizio Caserta – da parte mia c’è la massima disponibilità al confronto, la storia di Catania è intrecciata con quella di Enzo Bianco, le sue idee non vanno via anche se è incandidabile, credo che possa dare un contributo importante da una posizione diversa, se lo vorrà, e questo sarebbe anche auspicabile».

La polemica

Parole ben diverse dalle polemiche che intanto continuano a infuriare. Mario Crocitti, membro della direzione provinciale Pd, risponde al segretario regionale Anthony Barbagallo. «Il segretario regionale del Pd Anthony Barbagallo non sciupa l’occasione di far perdere voti al partito – dice Crocitti – parlando a vanvera su Bianco invece di usare parole sagge, come invece ha fatto il cugino Giovanni Barbagallo. Tra i due evidentemente c’è un abisso, culturale, politico ed umano. Barbagallo Jr. non sa che dopo l’incredibile e incomprensibile sentenza, Bianco è stato inondato di attestazioni di stima da parte di cittadini ed esponenti politici, anche dello stesso Pd. Anche oggi Anthony, dirigente del Pd di Pedara, fa di tutto per arrivare ultimo alle elezioni amministrative, dimostrando per l’ennesima volta di non conoscere la città di Catania. Continua il suo tentativo, storico ormai, di non far eleggere nessuno nella nostra città per evitare che persino 1-2 consiglieri possano fargli ombra. Continua a prendere le distanze da Bianco dimenticandosi che fino ad un paio di mesi fa discuteva con lui di elezioni, congressi, prospettive politiche. E dimenticandosi anche di quando zampettava allegramente a Palazzo degli Elefanti fino a pochi anni fa, mentre Bianco era sindaco: allora evidentemente non prendeva affatto le distanze. Tacere sarebbe più dignitoso».

La replica

La replica è arrivata dopo che il segretario regionale, a margine della direzione regionale del Pd, in merito alla sentenza della sezione giurisdizionale della Corte dei conti di Sicilia, che ha dichiarato Enzo Bianco incandidabile per i prossimi dieci anni, oltre al divieto a ricoprire cariche pubbliche, ha detto che «mai il Pd e Bianco sono stati così distanti».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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