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LA POLEMICA

Ignazio La Russa e le parole di Micciché: «Serve un chiarimento politico, anche con Berlusconi»

Dura replica anche dal vice presidente della Regione Siciliana Gaetano Armao: «E' il punto di non ritorno»

Di Redazione |

«Accolgo di buon grado la completa smentita di Gianfranco Miccichè che mi ha telefonato per scusarsi di dichiarazioni che il quotidiano La Stampa gli attribuisce, in cui come disperata arma finale, attacca Musumeci, me e addirittura Giorgia Meloni con la vetusta accusa di fascismo tanto cara alla estrema sinistra orfana del comunismo. Sono certo che Gianfranco è stato travisato, infatti nessun esponente politico cosciente e non disturbato potrebbe sottoscrivere quel testo contrario ad ogni logica umana e politica». Con queste parole il senatore di Fratelli d’Italia Ignazio La Russa ha commentato l’intervista del leader siciliano di Forza Italia al quotidiano La Stampa in cui tra l’altro gli viene attribuita la frase: Meloni «da fascista qual è si è accodata a La Russa fascista siciliano come Musumeci».

«Ho detto a Micciché – aggiunge La Russa – che ringrazio per la telefonata, che se la smentita può risolvere il problema dei rapporti personali, l’articolo impone però un pronto chiarimento politico, reso necessario anche dall’improvvido coinvolgimento nell’articolo di Silvio Berlusconi, descritto arbitrariamente come consapevole e coinvolto in una strategia che non gli appartiene utile a danneggiare gli alleati. Al contrario, Berlusconi a cui pure mi appello perché si distingua da affermazioni così gravi da minare irreparabilmente il centrodestra da lui fondato e consenta di ricompattare in Sicilia una coalizione che gli avversari vorrebbero scardinare proprio perché destinata a vincere con Lagalla a Palermo e con Musumeci in Regione. Non è più possibile rimanere in posizioni equivoche che servono solo a danneggiare il centrodestra». 

Dura anche la presa di posizione del vice presidente della Regione Siciliana Gaetano Armao che su Facebook ha scritto. «I toni incontinenti usati dal Presidente dell’Assemblea regionale nei confronti del Presidente della Regione, come già in passato nei confronti miei e di assessori, sono scomposti ed inadeguati, oltre che totalmente falsi».

«L'autorevolezza del giornalista chiamato in causa, adesso precipitosamente contestato dal bislacco intervistato che si rimangia le parole dal "sen fuggite", rende inverosimile anche la smentita», sostiene Armao, secondo cui «il Presidente dell’Assemblea è incompatibile con ruolo che svolge, che impone sobrietà, equilibrio e senso delle Istituzioni» e «quel che accade oggi determina un punto di non ritorno».

«Forza Italia, proprio perché interpreta i valori popolari e liberali, è un partito con grande rispetto delle istituzioni ed è parte centrale di questo governo – sottolinea Armao -; con equilibrio e responsabilità istituzionale, ben diverse da quelle con la quali sono state condotti i contraddittori confronti per l’indicazione del candidato sindaco a Palermo, contribuirà alla proposta di governo della Sicilia del prossimi cinque anni. È costituzionalmente inaccettabile che egli si esprima con queste volgarità dal ruolo che ricopre ed è incredibile che le forze politiche di opposizione, per bieca convenienza, non dicano una parola su questa grave frattura statutaria. Lo Statuto regionale, che ho sempre difeso da siciliano e da giurista, prima che da componente del governo, è stato tradito, calpestato con il silenzio di troppi, ma ciò non avverrà col mio».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA