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LA POLEMICA

Rula Jebreal, la vicenda del padre della Meloni e l’attacco alla leader di FdI: è il momento delle querele

Non solo Fratelli d'Italia contro la giornalista italo-israeliana che ha preso spunto da una condanna del padre della Meloni per un tweet al veleno

Di Redazione |

«La Meloni non è colpevole dei crimini commessi da suo padre, ma spesso sfrutta i reati commessi da alcuni stranieri, per criminalizzare tutti gli immigrati, descrivendoli minaccia alla sicurezza. In una democrazia ci sono responsabilità individuali,NON colpe/punizioni collettive». Con questo tweet, nel quale prende spunto da una condanna del padre della Meloni per traffico di droga in Spagna (all’epoca il padre aveva già lasciato la famiglia) Rula Jebreal, giornalista italo-israeliana di origine palestinese, cresciuta in Israele e poi trasferitasi in Italia, ha provocato una durissima reazione di Fratelli d’Italia che con diversi parlamentari è intervenuta a difesa della leader del partito esprimendo sconcerto per dichiarazioni giudicate offensive e «indegne». Anche perchè la giornalista ha aggiunto un secondo tweet nel quale scrive che Giorgia Meloni avrebbe detto in passato che «i richiedenti asilo sono criminali che vogliono sostituire i bianchi cristiani».

Un accostamento che ha indignato i rappresentanti di Fratelli d’Italia che si sono lanciati in una serie di comunicati durissimi contro la giornalista. «Le affermazioni diffuse via social – scrive il capogruppo FdI alla Camera Francesco Lollobrigida – dalla signora, anche se è difficile definirla tale, Rula Jebreal, sono vergognose e farneticanti. Per attaccare Giorgia Meloni utilizza la storia personale del padre che la abbandonò quando aveva un anno di età e che Giorgia Meloni stessa ha raccontato di aver escluso dalla sua esistenza durante l'infanzia. Di quell'uomo fu vittima e oggi lo è anche di una giornalista senza scrupoli né alcun limite etico, che pur di aggredirla è pronta a sfruttare una vicenda dolorosa rispetto alla quale Giorgia Meloni non solo è estranea, ma ne è rimasta danneggiata sotto ogni aspetto».

La vicenda del padre della Meloni risale a 27 fa, era il 1995, quando in Spagna il padre Francesco Meloni, fu condannato a nove anni di reclusione per narcotraffico alle Canarie. All’epoca la leader di Fratelli d’Italia aveva appena raggiunto la maggiore età e da sette anni aveva rotto i ponti con quel genitore che, quando aveva circa un anno, l’aveva abbandonata, lasciandola sola con la madre. La notizia è rispuntata in questi giorni sulla stampa spagnola. 

Tanti gli attestati di solidarietà alla Meloni non solo da Fratelli d'Italia. Questa mattina, per esempio Carlo Calenda, leader di Azione, ha risposto su Twitter a Rula Jebreal: «Rula questa è una bassezza – ha scritto Calenda – . Non si fa politica così e tanto meno giornalismo. Quello che ha fatto il padre della Meloni non c'entra nulla con lei. Cancella questo tweet che tra l’altro ha l’unico effetto di portare ancora più gente a sostenere FDI». Così Carlo Calenda, leader di Azione, risponde su Twitter a Rula Jebreal, intervenuta sulle vicende personali del padre di Giorgia Meloni.

Lollobrigida ieri si è augurato «che il Presidente Meloni agisca per vie legali a tutela sua, del partito che rappresenta e dei milioni di cittadini che le hanno conferito democraticamente fiducia».  E da quanto scritto dalla Meloni su Facebook, questo potrebbe avvenire a breve,. «Il tatto della stampa italiana che racconta dei guai di mio padre – riporta un post della futura presidentessa del Consiglio – , ma omette nei suoi titoli roboanti un elemento fondamentale. Tutti sanno che mio padre andò via quando avevo poco più di un anno. Tutti sanno che ho scelto di non vederlo piu all’età di undici anni. Tutti sanno che non ho mai più avuto contatti con lui fino alla sua morte. Ma poco importa, se i “buonisti” possono passare come un rullo compressore sulla vita del “mostro”. Evidentemente tra le tante cose che non valgono per me c’è anche il detto “le colpe dei padri non ricadano sui figli”. Ps. Signora Jebreal, spero che potrà spiegare al giudice quando e dove avrei fatto la dichiarazione che lei mi attribuisce”.

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