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IL TOUR ELETTORALE

Tra selfie e comizi la Meloni in Sicilia blinda Musumeci e lancia un ultimatum agli alleati

La leader di FdI: «Ho accettato mio malgrado di attendere la fine delle elezioni amministrative, ma non attenderò oltre

Di Alfredo Pecoraro |

Giorgia Meloni blinda la ricandidatura in Sicilia di Nello Musumeci, «il migliore candidato». E avverte gli alleati Fi e Lega, a conclusione del suo tour elettorale a Messina e a Palermo: «Ho accettato mio malgrado di attendere la fine delle elezioni amministrative, ma non attenderò oltre». Un aut aut. Anche sull'ipotesi di andare da soli con Musumeci, se Matteo Salvini e Forza Italia continueranno ad alzare il muro contro il governatore, è tranchant: «Questo è il dibattito che si aprirà se fosse necessario aprirlo, io confido che non si dovrà andare da soli».

Insomma, la leader di Fratelli d’Italia non lo esclude. Ma non demorde nella ricerca dell’unità: «Io non capisco perché ci siano questi tentennamenti, ho chiesto apertamente se ci fossero delle alternative e nessuno le ha». «A me non è chiaro – afferma – Sono convinta che alla fine tutti confermeranno la candidatura di Musumeci. Ma a maggior ragione non comprendo perché si stia perdendo tempo in una campagna elettorale che è importante per confermare il buon governo di Nello e perché é l’ultima elezione prima delle politiche». 

Anche sulla fumata nera nell’ultimo vertice a tre con Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, Giorgia Meloni allarga le braccia: «Non capisco quale sia il problema, quando mancano motivi politici si ha l’impressione che i problemi possano essere di altra natura, di simpatia o antipatia, di piccolo cabotaggio. Ma non è quello che m'interessa, io non credo che oggi ci sia un candidato migliore di Musumeci per quello che ho visto in questi 5 anni e per quello che hanno visto i siciliani. Non comprendo le ragioni, ma confido che si supereranno». E ribadisce: «Musumeci deve rimanere il candidato del centrodestra, non c'è una ragione per non confermarlo: ha lavorato bene». L’ex governatore è al suo fianco sul palco di Palermo, assieme a Roberto Lagalla, candidato sindaco della coalizione. 

«Il centrodestra in cinque anni ha stabilito il metodo di governo: si può governare la Sicilia restando persona perbene. Nel dicembre 2017 abbiamo trovato un disastro economico dopo 5 anni di governo regionale del Pd che già allora ammiccava al M5s. Una regione amministrata da una comitiva di compari che si serviva della Regione invece di servirla», sostiene il presidente davanti alla piazza piena di sostenitori della Meloni ai quali la leader di Fdi si è concessa per diversi selfie dopo il comizio.

«Per noi il destino delle città, come quella importante di Palermo, conta più del destino del partito – dice Meloni parlando alla piazza – L’obiettivo della politica non può essere il partito, che è uno strumento. Quando abbiamo capito che qui si poteva andare in ordine sparso e non vincere abbiamo scelto il candidato più competitivo: Roberto Lagalla. E grazie a Fratelli d’Italia il centrodestra può vincere. Nella città il degrado è ovunque, anche nelle bare». 

In cauda venenum, Giorgia Meloni sgombra il campo da ipoteche anche su un suo eventuale futuro da premier, se Fdi fosse primo partito di un centrodestra vincente alle politiche: «Io premier? Non serve la patente di Salvini, l’ok lo danno gli italiani e questa è la regola della coalizione».  COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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