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Ponte sullo Stretto, Salvini-“Babbo Natale” promette: «Prima pietra entro due anni»

Il ministro lancia all’Anas il “reclutamento” di personale «di alto profilo». E domani vertice decisivo sul «progetto solido» per l’Ue

Di Mario Barresi |

«Lavoriamo per la posa della prima pietra del Ponte dello Stretto entro due anni, le regioni Calabria e Sicilia sono d’accordo». Detta così, sembra l’ennesima promessa. Pronunciata da un Matteo Salvini in versione Babbo Natale siculo-calabrese che dispensa speranze festive a chi aspetta da decenni l’opera.

Eppure stavolta c’è lo spot (pronunciato in collegamento video a un convegno al porto di Palermo), ma dietro c’è un preciso piano di accelerazione del ministro delle Infrastrutture. Salvini ci crede davvero. «Conto di terminare il mio mandato con i lavori in stato di avanzamento», scandisce. E per raggiungere questo ambiziosissimo obiettivo, il leader della Lega sta cercando di «chiudere alcune questioni entro l’anno o al massimo l’inizio del 2023», come rivelano a La Sicilia fonti del suo staff.

Di cosa si tratta? Innanzitutto l’operazione prevede di dare quanto prima un «contenuto operativo» alla riesumata Società Stretto di Messina Spa. A partire dalla sede: tecnici del ministero, negli scorsi giorni, hanno effettuato un sopralluogo negli uffici di via Marsala, a Roma Termini, già sede legale della partecipata di Anas e Rfi in liquidazione. L’esito, raccontano a Roma, sarebbe stato positivo. Anche se ci sono degli interventi da fare, l’azienda scelta dal ministero per far ripartire l’opera dovrebbe tornare nella “casa” dove quasi dieci anni fa s’era interrotta la sua attività partita nel 1981. Ma, oltre ai locali, serve ben altro. Le risorse umane, gli “uomini del Ponte”. Ed è per questo che il ministro ha stabilito già con Anas una sorta di “call” destinata ai dipendenti dell’azienda di Stato; profili «di alto livello» (dirigenti, ma soprattutto ingegneri e tecnici) da destinare in comando alla Stretto di Messina. Da qui a poco se ne saprà di più. «Il ministro ci ha chiesto di fare presto», la conferma che arriva dalle stanze dei bottoni di Anas.

Al convegno di Palermo, ieri, Salvini ha confermato la sua linea politica: «Alla Sicilia costa di più non avere il ponte che averlo: lo faremo, secondo studi. Il collegamento stabile farebbe risparmiare 140 mila tonnellate di emissioni di anidride carbonica». E poi «abbiamo le regioni Sicilia e Calabria che sono d’accordo, come anche il governo e l'Europa – assicura – e se c'è qualche professionista del no, per me avrà poco spazio. Chi dice no al ponte dire no al lavoro e al futuro». Ma il ministro delle Infrastrutture ha anche fatto dei riferimenti tecnici. «Se servirà una legge speciale o è sufficiente il codice degli appalti? Ci stiamo ragionando, c'è un dibattito in corso. C'è chi dice modello Genova, c'è che dice che sia sufficiente l'attuale normativa. A me interessa avere un progetto inattaccabile», ha concluso. Nel “non detto” c’è un’altra parte del piano di accelerazione sul Ponte. Sul tavolo c’è già l’approvazione del progetto definitivo della "Tratta Fiumetorto-Lercara Diramazione", ultimo lotto funzionale del valore di 1,8 miliardi di euro, sulla linea ferroviaria Palermo-Catania. Assieme all’altra opera finanziata con risorse Pnrr (2,2 miliardi destinati a una tratta dell’alta velocità Salerno-Reggio Calabria), il progetto siciliano è parte integrante del Corridoio della rete Ten-T "Scandinavia-Mediterraneo" che collega Palermo a Helsinki. Ed è questo il «varco propedeutico al Ponte» di cui parlano diffusamente al ministero delle Infrastrutture.

Salvini ha chiesto esplicitamente che a finanziare l’opera sullo Stretto sia anche l’Unione europea. «Aspettiamo un progetto solido per finanziare la prima fase di fattibilità e poi il progetto partirà», gli ha risposto la commissaria Ue per i Trasporti, Adina Valean. «A parte avere una intenzione, bisogna avere una fase di preparazione e poi essere pronti per la costruzione effettiva», ha evidenziato. E adesso il ministro stringe i tempi proprio su questo «progetto solido». Un pool di specialisti sta lavorando da settimane per verificare la rispondenza del vecchio progetto del gruppo Salini (oggi WeBuild) alle nuove esigenze, naturalmente con il dovuto upgrade rispetto ai più moderni requisiti di legge, soprattutto sul versante della sicurezza e dell’impatto ambientale. «Bisogna fare il punto sul progetto entro la fine dell’anno per poi scegliere», la scadenza posta da Salvini ai suoi esperti. E forse quel momento è già arrivato: domani, in un vertice tecnico che potrebbe rivelarsi decisivo sul futuro del Ponte. Twitter: @MarioBarresi COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA