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Salini Impregilo, sì al Ponte di Genova, no (forse) al Ponte sullo Stretto

Di Fabio Russello |

Alla fine la Salini Impregilo non farà il Ponte di Messina – e questo dietrofront potrebbe costare alle casse dello Stato un miliardo: a tanto ammonta il risarcimento chiesto dalle imprese per lo stop al progetto – ma farà il ponte di Genova.

E’ stata infatti proprio la Salini Impregilo insieme alla mFincantieri, attraverso la sua controllata Fincantieri Infrastructure, ad aggiudicarsi il contratto per la ricostruzione del ponte sul fiume Polcevera crollato alla vigilia di ferragosto scorso provocando 43 vittime e che verrà realizzato dalla neocostituita società “Pergenova”. Il nuovo ponte, che parte dal progetto di Renzo Piano, prevede il completamento dell’opera in 12 mesi, dal momento in cui l’area verrà resa disponibile, dopo il completamento delle attività di demolizione. Dovrebbe costare poco più di 200 milioni di euro, non avrà gli stralli e anche grazie alla forma che ricorda la chiglia e la prua di una imbarcazione è un inno a Genova. L’attesa decisione della struttura commissariale di Marco Bucci è arrivata nel pomeriggio con la firma del decreto che fissa a 202 milioni al netto dell’Iva il costo dell’infrastruttura. «Renzo Piano sarà supervisore per garantire la qualità del progetto» ha annunciato Bucci. E l’archistar ha affidato le sue parole a una lettera: «È un grande onore dopo questo confronto, costruttivo per tutti, poter dare il mio contributo alla città di Genova, mia città d’origine. È stata scelta una grande squadra di ingegneri e costruttori, capaci di affrontare questo lavoro con rapidità, competenza e professionalità».

Il Morandi sarà sostituito da un viadotto classico con un impalcato che poggia su piloni esili. Nella forma ricorda lo scafo tondeggiante di una imbarcazione e avrà 43 torri faro lungo la sede stradale in ricordo delle vittime. Sarà a sei corsie e avrà anche un passaggio pedonale. Secondo le previsioni la ricostruzione dovrebbe partire il 31 marzo, con la demolizione ancora in corso, ma già il 1 febbraio i costruttori saranno al lavoro per le opere propedeutiche.

Sembra lontano ben più dei mille chilometri geografici il ponte sullo Stretto di Messina (con la società “Stretto di Messina”, in liquidazione dal 15 aprile 2013 anche se la Corte dei conti nei mesi scorsi ha chiesto di «ridefinire i rapporti contrattuali» tra la “Stretto di Messina” e lo Stato, «in quanto il contenzioso nel corso degli anni ha richiesto alle amministrazioni statali rilevanti somme a titolo di indennizzo per un ammontare di circa 300 milioni, che va ad assommarsi al contenzioso aperto dai privati» con richiesta di risarcimento quasi miliardario. Ma l’idea del Ponte sullo Stretto resta sempre viva.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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