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Scienziati, completata con successo la prima fase della sperimentazione clinica

Farmaci: Siena, ricerca no profit brevetta nuovo vaccino antitumorale

Di Redazione |

Roma, 4 apr. (AdnKronos Salute) – Completata con successo alle Scotte di Siena la prima fase della sperimentazione clinica del vaccino antitumorale Tspp (Thymidylate synthase poly-epitope peptide) brevettato da ricercatori dell’Università di Siena e dall’Azienda universitaria ospedaliera senese. “La prima volta in Italia che un gruppo non profit caratterizza e brevetta un nuovo farmaco biologico e riesce a portarlo in sperimentazione clinica nonostante tutte le difficoltà, senza l’aiuto dell’industria farmaceutica”, sottolinea Luigi Pirtoli, direttore di area medica del Dipartimento oncologico dell’Aou Senese. Il Tspp è stato finora testato su 50 pazienti oncologici arruolati nella sperimentazione clinica TSPP/VAC-1 iniziata a maggio 2011. “I risultati sono stati decisamente incoraggianti, in particolare, in pazienti con carcinoma del colon che in precedenza erano già stati sottoposti a tutte le terapie convenzionali”, affermano gli scienziati. Lo studio è stato pubblicato su ‘Cancer Immunology Immunotherapy’ e ‘Oncoimmunology’ e gli ultimi risultati saranno presentati al convegno internazionale ‘Immunotherapy meets Lung Cancer: New treatments for non small cell lung cancer and 3rd International Cancer Vaccine Meeting’ dall’ 8 al 10 aprile a Borgo San Luigi (Monteriggioni-Siena). Un appuntamento a cui parteciperà anche l’oncologo Antonio Giordano del Temple Institute di Philadelphia e dell’Università di Siena. La prima fase della sperimentazione clinica del vaccino antitumorale è stata avviata dal Pierpaolo Correale, oncoimmunologo della Azienda ospedaliera universitaria Senese; dalla microbiologa Maria Grazia Cusi, dell’Università di Siena, coadiuvati da Luigi Pirtoli. “Si tratta di un nuovo farmaco biologico – spiega Cusi – della classe dei vaccini antitumorali, diretto verso una molecola, la timidilato sintasi, che è indispensabile per la crescita neoplastica”. Questo enzima è molto noto agli oncologi per essere il bersaglio bloccato da diversi chemioterapici – ricordano i medici – come il flurouracile e il pemetrexed, di uso molto comune in oncologia. Le cellule tumorali però imparano rapidamente a difendersi da questi chemioterapici, aumentando semplicemente la produzione dell’enzima e permettendo così alle cellule maligne di sopravvivere e, alla lunga, di uccidere il paziente”. “Il vaccino Tspp somministrato una volta al mese nel paziente oncologico, con una semplice iniezione sottocute, è in grado di attivare una reazione immune in grado di distruggere cellule tumorali che esprimono alti livelli di timidilato sintasi, bloccando così la crescita neoplastica – avverte Cusi – Il Tspp, a differenza di tutti gli altri vaccini e farmaci immunologici ormai presenti nel mercato farmaceutico internazionale, è anche in grado di ripristinare la sensibilità delle cellule tumorali sopravvissute ai chemioterapici convenzionali, offrendo così ai pazienti un’ ulteriore chance di cura”. “Quello che ci ha sorpreso di più, è stato il riscontro di una sopravvivenza media superiore ai 12 mesi in pazienti per i quali, in base ai dati della letteratura, la prognosi era nefasta a breve termine – osserva Pirtoli – Abbiamo quindi chiesto una verifica esterna della sperimentazione alla direzione Aziendale, che ha supportato la richiesta. Due revisori esperti convocati per esaminare la documentazione, hanno infine confermato i risultati ded hanno invitato i ricercatori a proseguire questi studi che hanno ormai una solida base scientifica ed una continuità professionale di almeno quindici anni”. “Questo è un buon esempio di ricerca accademica applicata; è infatti la prima volta in Italia che un gruppo non profit caratterizza e brevetta un nuovo farmaco biologico e riesce a portarlo in sperimentazione clinica nonostante tutte le difficoltà, senza l’aiuto dell’industria farmaceutica – sottolinea Pirtoli – A questo punto, io credo che sia necessario un vero e proprio salto di qualità, con la ricerca di potenziali partner nazionali e internazionali nonché di investitori che vogliano aiutarci a trasformare quella che era una semplice buona idea, in un vero e proprio farmaco antitumorale. E’ doveroso ampliare questa sperimentazione del vaccino, il cui brevetto, lo ricordo, è ancora in possesso dell’ateneo senese”.

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