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Augusta, Porta Spagnola: testimonianza dei 300 anni di dominazione spagnola

Di Redazione |

Numerose sono state le dominazioni straniere sul territorio siciliano: arabi, spagnoli, normanni. Ciascuna di queste popolazioni ha lasciato delle tracce indelebili del suo passaggio, dalla lingua alle tradizioni, dal cibo ai monumenti storici. 

Uno di questi si trova ad Augusta, provincia di Siracusa. Si tratta della "Porta Spagnola", monumento simbolo della città, che anticamente chiudeva dal lato terra la cinta muraria aragonese che divideva, la città sul lato nord. A poche centinaia di metri vi era poi la "Porta Madre di Dio", non più esistente, che permetteva l'accesso alla Piazza d'armi. Ancora oggi, la Porta Spagnola divide il centro storico dalla parte più "moderna" di Augusta.

Si tratta della traccia fondamentale di trecento anni di dominio spagnolo in Sicilia, che si estende dal 1412 al 1713.

La Porta venne realizzata nel XVII secolo tra il 1681 e il 1682, su ordine del Vicerè Francesco IV de Benavides, conte di Santisteban del Puerto, che diede inoltre l’incarico di realizzare la fortificazione del litorale augustano. L'artefice fu l'ingegnere fiammingo Carlos De Grunemberg.

Il progetto architettonico fu di sopra-elevatura, essendo la sua parte inferiore già esistente, e la sua costruzione avvenne a limite dell'istmo che venne poi eliminato, trasformando la città in un'isola.

Nella parte superiore si trovano numerosi stemmi araldici realizzati su marmo bianco, tra cui una cornice con la corona di Carlo II di Spagna. Nel riquadro bordato vi è il simbolo dell'Ordine "Toinos de oro", ordine cavalleresco, e il fregio dedicato al Vicerè Benavides.

Il monumento è stato interamente restaurato nel 2005, ed è oggi visibile in tutto il suo antico splendore.

Foto di Alfio SgroiCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA