Notizie Locali


SEZIONI
Catania 17°

La storia

Dal Vesuvio all’Etna: una passeggiata di 700 km a difesa del territorio

Il "cammino dei vulcani" dal Vesuvio all’Etna promosso da Repubblica Nomade e supportato dal Club Alpino

Di Gualtiero Parisi |

Hanno percorso 700 km lungo quanto restava degli antichi tracciati della Via Popilia e della Strada Regia delle Calabrie, tra sterrate superstiti e quanto giaceva ormai sotto l’asfalto della Strada Statale. Attraversando parchi e riserve, si sono addentrati in aree interne per conoscere paesi che soffrono dello spopolamento e dell’isolamento. Sono i trenta camminatori di Repubblica Nomade che hanno scelto la modalità lenta dei passi per lanciare un messaggio sulla drammaticità dell’emergenza climatica e sullo scenario preoccupante delle logiche politiche che stanno trascinando il nostro continente sull’orlo del baratro, le città che si gonfiano e i paesi che si svuotano.

Un’esperienza di vita e un messaggio per l’ambiente

Un’esperienza di vita “controcorrente”, una testimonianza di impegno civile in linea con ciò che la Terra ci chiede oggi raccontata a Catania nella storica Libreria Prampolini, dallo scrittore e regista milanese Antonio Moresco e da Maria Rosaria Marrese – rispettivamente fondatore e presidente di Repubblica Nomade. Con la moderazione della giornalista Maria Torrisi, alla serata erano presenti inoltre Enrica Piera Paola Messina in rappresentanza della Commissione Cultura del Club Alpino Italiano sezione dell’Etna e Giusi Liuzzo per l’Archeoclub Italia. Il progetto è stato “battezzato” esemplificativamente come “Cammino dei Vulcani”. Un nome quanto mai azzeccato e che rende l’idea di ciò che sta dietro l’iniziativa. Partito il 14 maggio dal Vesuvio, si è concluso sull’Etna in una data doppiamente simbolica in cui ricade il solstizio d’estate, il 21 giugno, e si festeggia il decimo anniversario della proclamazione del Mongibello quale bene incluso nella Unesco World Heritage List.

L’associazione “Repubblica Nomade”

“Repubblica Nomade”, nel lanciare il suo messaggio, non ha scelto strumenti roboanti bensì il camminare, ovvero una tra le attività umane più silenziose. I passi dei camminatori, nel contrastare l’indifferenza rispetto alla tematica di cui si sono fatti portavoce, hanno assunto il significato di un grido di denuncia.Nei suoi 12 anni di vita, l’associazione ha coinvolto un numero sempre più numeroso e motivato di camminatori, svolgendo diversi cammini improntati a temi sociali che hanno portato i soci a spostarsi da un punto all’altro dell’Italia e dell’estero grazie al moto leggero e non invadente del camminare a piedi.«Il cammino è un mezzo per parlare di temi che stanno a cuore; l’atto del camminare fa giungere alle popolazioni locali il messaggio con un approccio umano coinvolgente e diretto», il messaggio di Maria Rosaria Marrese.

Il cammino dei vulcani

L’arrivo sull’Etna

Il “Cammino dei vulcani” ha affrontato difficoltà oggettive correlate al suo sviluppo chilometrico e si è avvalso della generosa ospitalità fornita da amministrazioni, strutture religiose, interlocutori diversi. Per la sua stessa natura, ha richiesto uno stile improntato all’essenzialità e al soddisfacimento di bisogni primari. La leggerezza del bagaglio, con la rinuncia del superfluo, è un’esigenza concreta e una metafora della ricerca dell’essenziale al tempo stesso. Spiegando le motivazioni che stanno alla base della scelta del nome dell’associazione da lui fondata, Antonio Moresco ha messo l’accento sull’accostamento di due concetti – Repubblica e nomadismo – che possono sembrare stridenti e antitetici: «La Repubblica implica stanzialità, contrariamente alla vita nomade. Nella società attuale, caratterizzata dalle migrazioni dei popoli, occorre ripensare al modo di governare questa umanità in costante movimento. Ci sono due soluzioni possibili: ricorrere alla dittatura e alla sua illusione di stabilità nel fermare un processo ormai inarrestabile o scegliere soluzioni più democratiche». “Repubblica Nomade” avrebbe potuto affidare soltanto alla parola scritta il proprio messaggio, ma per Moresco – che pur ha fatto di essa la propria professione – la comunicazione deve anche saper individuare modalità che traboccano fuori dall’ordinario. Come in questa esperienza perché camminando e attraversando paesi, incontrando la gente di persona, constatando con i propri occhi le problematiche locali, si crea empatia.Quella dei camminanti è una comunità che si regge aggregando persone diverse tra di loro; la trascendenza stessa del cammino fa si che tutto quanto divide nel quotidiano, nel corso di un cammino crea affratellamento. Quello stesso senso di fratellanza che i governi cercano di annullare, perché strategicamente conviene dividere piuttosto che unire.

L’arrivo sull’Etna

L’ultima tappa del Cammino dei vulcani si è conclusa sull’Etna, in località Piano Provenzana, con la guida degli accompagnatori volontari della sezione etnea del Club Alpino Italiano. «Fin dall’atto del suo costituirsi, il Cai si è proposto di diffondere la conoscenza e la tutela della montagna, riconoscendone l’importanza naturalistica, scientifica, storica e antropologica. Le attività alpinistiche e sportive implicano un approccio improntato alla coerenza dei valori fondanti del sodalizio ed ogni socio si impegna ad essere fruitore responsabile e sentinella dell’ambiente montano», così Enrica Piera Paola Messina, accompagnatore Cai, ha evidenziato la naturale vicinanza con Repubblica Nomade. Un approccio etico al territorio che, nel corso degli anni, si è dotato di strumenti, quali il Bidecalogo, per fissare le linee di indirizzo e di auto-regolamentazione del Cai in materia di ambiente e tutela del paesaggio. Nei confronti degli effetti dl cambiamento climatico, i cui devastanti effetti sono visibili in montagna ancor prima che in territori ricadenti in fasce altimetriche inferiori, il Cai opera un’azione di sensibilizzazione all’interno e all’esterno dl sodalizio, in sinergia con le istituzioni e in una posizione sempre vigile. Valori pregnanti, valori condivisi dai camminatori consapevoli, principi e comportamenti che costituiscono un esempio virtuoso. Il “Cammino dei Vulcani” nell’azione di assurgere a riferimento due vulcani iconici, il Vesuvio e l’Etna, ne ha sottolineato la valenza geografica (luoghi d’inizio e di fine di un percorso) e il valore simbolico: «Di fronte alla situazione storica presente, siamo tutti sull’orlo di un vulcano ma, al tempo stesso, come un vulcano possiamo trovare dentro di noi l’energia per denunciare e costringere i governi a ricercare soluzioni». E ci si rimette in cammino.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

Di più su questi argomenti: