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Giornata dell'acqua

«E’ l’ora di accelerare una inversione di rotta»

Il Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia pone l’accento sul modo in cui viene usata e consumata la preziosa risorsa naturale

Di Redazione |

La Giornata Internazionale sull’acqua diventa anche per il Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia un’ulteriore occasione per porre l’accento sulla necessità di accelerare un’inversione di rotta sul modo in cui viene usata e consumata la preziosa risorsa naturale, spesso trascurata e mal gestita. In Sicilia, tra le regioni italiane più colpite negli ultimi anni da eventi atmosferici estremi (piogge alluvionali, trombe d’aria ed esondazioni) alternati a lunghi periodi di siccità, effetti drammatici del cambiamento climatico in atto, hanno reso ancora più fragile il territorio, le sue infrastrutture, le sue produzioni e tutto il sistema economico-produttivo.«Il Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia ha organizzato a Roma, al ministero dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste – ricorda la presidente Federica Argentati – un convegno in cui ci siamo confrontati con i rappresentanti istituzionali, a partire dal sottosegretario del Masaf, Luigi D’Eramo, il presidente della Commissione Agricoltura alla Camera, Mirco Carloni, i deputati siciliani Stefania Marino e Giuseppe Castiglione, che ha sostenuto l’incontro, con al fianco il mondo agrumicolo, la ricerca, l’università, e abbiamo ribadito come la corretta gestione delle risorse idriche costituisca il presupposto per la tutela delle produzioni, della filiera agrumicola e di gran parte del Made in Italy agroalimentare, e come ci sia l’indifferibile esigenza di attuare politiche di risparmio idrico, specie nel settore irriguo che rappresenta più del 70% del consumo idrico a livello globale».Il Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia è da anni impegnato in attività che vanno in questa direzione. L’ultimo progetto appena concluso, dal titolo, non a caso A.C.Q.U.A “Agrumicoltura Consapevole della Qualità e Uso dell’Acqua”, realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura (DiCAr) dell’Università di Catania, con il supporto non condizionato di The Coca-Cola Foundation, ha consegnato un dato importantissimo: la riduzione del 15-20% del consumo d’acqua nella gestione dell’irrigazione in aziende agrumicole pilota, grazie all’utilizzo delle tecnologie più moderne (misuratori di precisione dell’umidità del suolo, utilizzo di droni, monitoraggi sulla qualità ed utilizzo dell’acqua per l’irrigazione). La sperimentazione ha previsto l’installazione di sensori in 6 aziende associate al Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia selezionate in modo da rappresentare le diverse condizioni strutturali dell’agrumicoltura siciliana. Sono state individuate aziende ubicate nei diversi comprensori agrumicoli più importanti e negli areali Igp e Dop.Si è operato in aziende sia a conduzione “biologica” sia “integrata”. Sono state installate stazioni meteo complete di sensori per il monitoraggio sia delle principali variabili atmosferiche (direzione e velocità del vento, temperatura, pioggia, radiazione solare, etc.), sia delle condizioni di umidità del suolo.I dati rilevati hanno fornito indicazioni estremamente utili sulla corretta gestione della tecnica irrigua e in particolare sulla scelta del momento in cui irrigare e sui volumi di acqua da erogare.Altre stazioni meteorologiche e sensori in campo potranno essere installate, con i nuovi progetti: da Clima, appena partito, a Cluster, che, però, «a causa di una normativa poco adeguata alle reali esigenze di strumenti complessi quali i distretti e i consorzi di tutela, è ancora fermo – spiega Argentati – si tratta di un milione e 800 mila euro di finanziamento disponibile, infatti, per il 90% a fondo perduto, su cui, però, le imprese e i privati dovrebbero intervenire con fidejussioni personali. Questo meccanismo procedurale caratterizza la maggior parte dei progetti, per centinaia di milioni di euro, e andrebbe assolutamente cambiato».«Va da sé, poi – commenta la presidente Argentati – che ogni sforzo di innovazione tecnologica può risultare vano se in Sicilia non si investe nell’ammodernamento delle infrastrutture: noi facciamo ancora i conti con una rete irrigua colabrodo, a causa della quale si perde una quantità enorme di acqua, e in molte campagne dell’isola neppure arriva».«Non c’è dubbio – aggiunge – che alla politica si debba chiedere uno sforzo maggiore, dalla riforma dei consorzi di bonifica, alla creazione di tavoli tecnici che sappiano esprimere competenze tecniche e progettuali affinchè non si ripetano gli errori o distrazioni del recente passato».Un secondo monitoraggio effettuato nell’ambito delle fasi propedeutiche al progetto Clima, su circa 100 imprese della filiera agrumicola aderenti al Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia, ha fatto emergere un seconda criticità, legata al fenomeno, noto con il termine di “salinizzazione delle falde”, direttamente collegato al cambiamento climatico ed alla scarsa distribuzione delle piogge durante l’anno.Ciò determina l’abbassamento della falda e del livello delle acque superficiali, con conseguente immissione di acque salmastre. Molto spesso, gli imprenditori agrumicoli pur disponendo di sorgenti di acqua proveniente da falda (come per esempio pozzi), non riescono ad utilizzarla in quanto troppo carica di sali minerali, in particolare sodio e potassio che, in alte concentrazioni, arrecano danni alle piante andando ad alterare il loro equilibrio fisiologico, riducendone la produttività.Le elevatissime temperature degli ultimi anni e la scarsa distribuzione delle piogge, obbliga tuttavia gli agrumicoltori a ricorrere comunque all’emungimento dell’acqua dai pozzi, con conseguenze impattanti per la produttività.Con il progetto Clima, (Cambiamento, lungimiranza, impatto, mentalità, ambiente), dunque, realizzato in partenariato con l’Alta Scuola di Formazione Arces, e il supporto di The Coca-Cola Foundation si intende approfondire anche le criticità correlate all’uso di acque di falda con elevato contenuto di sali, che si traduce in un processo di salinizzazione che può interessare il suolo e le colture.La conoscenza della qualità dell’acqua utilizzata per l’irrigazione è fondamentale sia per ottenere il massimo della resa e della qualità dalle colture sia per conservare la fertilità del terreno. È importante perciò verificarne le caratteristiche per adottare accorgimenti e operare scelte che permettano di eliminare o ridurre i danni indotti dall’uso di acqua di qualità non ottimale.Questa dello Studio di fattibilità tecnico-economico e ambientale, per verificare la possibilità di trattare le acque di falda, sfruttando le diverse tecniche di de-salinizzazione è solo una delle azioni previste nel progetto Clima: importanti anche le azioni di formazione e trasferimento di conoscenze, mediante realizzazione di “scambi interaziendali e visite di breve durata” e come detto, l’implementazione della rete di monitoraggio ambientale puntuale e applicazione delle tecnologie proprie dell’agricoltura 4.0.

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