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«Cocciu d’Amuri» dei Tinturia e di Lello Analfino diventa una “parafrasi” a scuola

Il progetto didattico dell’istituto comprensivo “S. Alessandra” di Rosolini

Di Simone Russo |

Lello Analfino e i Tinturia sono “entrati” nel percorso didattico degli alunni dell’istituto comprensivo “S. Alessandra” di Rosolini, in provincia di Siracusa, coordinato dal dirigente scolastico Salvatore Lupo. Grazie alla professoressa di lettere, Simona Bordonaro, gli studenti della scuola secondaria di I grado hanno scritto “nero su bianco” la parafrasi del testo “Cocciu d’amuri” del gruppo agrigentino.

Nel 2015, Lello Analfino ha composto il brano “Cocciu d’amuri” per il film di Ficarra e Picone dal titolo “Andiamo a quel paese”, che è stato nominato per il “Nastro d’argento alla migliore canzone originale”. Un brano che rispecchia l’amore che i Tinturia provano per la nostra Terra e che, viceversa, i siciliani provano per Lello Analfino.

La professoressa Bordonaro, ha scelto di far parafrasare la canzone alla sua I B, la prima parafrasi non poteva che partire dal dialetto siciliano. «L’idea – spiega la prof. Bordonaro – nasce dalla volontà di far confrontare ciascuno studente con “l’altro da sé”. In questo caso con un artista ed un brano musicale lontano a livello generazionale da loro. È un percorso di ampio respiro che si basa sul lavoro di ascolto, lettura, parafrasi, comprensione. Nell’atto del tradurre qualcosa che inizialmente appare lontano da loro o dal loro lessico, come ad esempio l’italiano del XIV secolo o in questo caso il dialetto, ritrovano invece qualcosa di sé e vivono e trovano quell’universalità dei sentimenti che il testo poetico è in grado di trasmettere. Oltre il tempo, oltre le generazioni. Condividere l’analisi di un testo in dialetto siciliano – continua l’insegnante – con lo studio di alcune parole provenienti dal latino, significa far conoscere alle nuove generazioni quella dignità culturale che caratterizza il nostro dialetto. Le ragazze ed i ragazzi, che hanno 11 e 12 anni, hanno risposto con curiosità ed emozione all’attività proposta. Un “cocciu d’amuri”. Il nostro modo per ricordare la ricorrenza dedicata all’amore. È una metodologia attiva – conclude la prof. Bordonaro – che partendo da un brainstorming porta concretamente ciascuno studente ad essere protagonista del percorso formativo. È un lavoro corale, di squadra in cui ciascuno trova il suo spazio. La chiave di tutto l’empatia, la “didattica del sorriso”, l’emozione di apprendere».

Durante i momenti di studio, gli studenti hanno approfondito anche il videoclip della canzone ed hanno notato che è stato girato in alcune scene proprio a Rosolini; forte l’entusiasmo e l’emozione quando hanno riconosciuto la piazza centrale del proprio paese. Coniando una famosa frase di Lello Analfino, è il caso di dire “Pace, amore e Tinturia Pi Tutta a Vita”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA