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Siracusa, “L’isola della luce” al teatro greco: sul podio Nicola Piovani

Di Redazione |

SIRACUSA – «Finchè vivi sii gioioso, non rattristarti mai oltre misura: la vita dura poco e il Tempo esige il suo tributo». I versi di Sicilo (I sec d.C – II sec. D.C.) aprono e chiudono l’Isola della Luce, cantata per soli, coro e orchestra che ieri sera ha inaugurato la stagione post Covid al teatro greco di Siracusa dell’Istituto nazionale del dramma antico. Al maestro Nicola Piovani, che replica stasera, il compito di aprire l’iniziativa «Per voci sole» che la Fondazione Inda ha pensato per ripartire dopo l’emergenza sanitaria. Una stagione dedicata a Calogero Rizzuto, direttore del parco archeologico della Neapolis, deceduto nel periodo dell’emergenza sanitaria, alla sua collaboratrice Silvana Ruggero, e a tutte le vittime del Covid 19. La visione è capovolta: solo 480 sedie sono posizionate sul palcoscenico. Guardano l’antica cavea, suggestiva, bellissima. Sui gradoni in pietra i 12 coristi. Su un piccolo palco trovano posto i 20 musicisti. Dirige il maestro Piovani che sembra quasi tenere per mano a sinistra una bravissima Tosca, che già da tempo ha scelto il teatro piuttosto che i grandi palchi musicali, e a destra una giovane Maria Rita Combatelli, soprano. Due individualità che il maestro Piovani a volte fonde, regalando magiche emozioni. Lateralmente dentro la scena, ma distaccato, Massimo Popolizio interpreta i versi che narrano di luce e buio: «darkness .. darkness;» nei versi di Vincenzo Cerami e di George Gordon Byron «darkness in the eternal space” (oscurità nello spazio eterno).”L’Isola della luce narra del conflitto tra luce e tenebre, un conflitto eterno. In questo conflitto dobbiamo sempre cercare di sapere da che parte stare: dalla parte della luce e della vita» ha esordito il maestro Nicola Piovani dedicando il lavoro di musicisti al maestro Ennio Morricone, recentemente scomparso, suo grande amico. Nell’isola di Delos, nel mar Egeo, rivive il mito della nascita di Apollo, che nacque a dispetto degli dei, contrari alla sua nascita perché la sua sublime divinità avrebbe portato Luce ai mortali.

L’isola di Delos «la luminosa» fu così chiamata da Apollo, precedentemente si chiamava Ortigia, come il centro storico di Siracusa.”Light transfers Mass» (La luce trasferisce la massa) ripete Popolizio prima di citare le parole di Einstein sulla luce. Arriva l’Inno al sole di Mesomede da Creta (130 d.C.), e poi i versi di Odysseas Elytis e Giorgos Seferis. La musica è coinvolgente: dagli archi alla chitarra elettrica, sembra di ascoltare un intro dei Queen prima di una sonata di Mozart. Tra gli spettatori sono presenti i ministri alla pubblica istruzione, Lucia Azzolina, e per il Sud, Giuseppe Provenzano, il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, gli ex ministri Carlo Calenda e la siracusana Stefania Prestigiacomo e tutte le autorità siracusane.Su una sedia guardare il teatro è spettacolare, anche se probabilmente ne risente l’acustica. Scatta l’applauso, poi tutti in piedi, ma non si sente quel boato dei 5 mila spettatori. E’ un ringraziamento, forte, dei presenti tutti insieme nel canto propiziatorio, perchè il teatro possa ritornare a diventare l’agorà.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA