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Sofonisba: il risveglio dell’arte

Dalla dimenticanza alla riscoperta: il ritorno a Paternò delle opere di Sofonisba Anguissola, un viaggio nel tempo che ha riportato alla luce una delle grandi figure del Rinascimento tardo.

Di Redazione |

Un’artista sconosciuta al grande pubblico, il cui nome era noto solo nella cerchia dei cultori e critici d’arte. Questo era Sofonisba Anguissola fino a qualche anno fa. Nella città che l’ha ospitata per alcuni anni, dal 1573 al 1579, quando sposò il nobile Fabrizio Moncada, nessuno sapeva chi fosse. Le cose cambiano nel 1995, quando di lei, per la prima volta, ne parla nel corso di una conferenza, il critico d’arte Alfio Nicotra, che aveva riconosciuto i tratti della sua mano, in un dipinto conservato nella Chiesa dell’ex Monastero della SS.ma Annunziata; il dipinto era quello della “Madonna dell’Itria”.

La tesi venne accolta con freddezza dal mondo dell’arte,  ricredutosi anni dopo. A confermare la mano di Sofonisba nel dipinto della Vergine con in braccio Gesù bambino, su una cassa trasportata da frati benedettini, è stato anche Mario Marrubbi, conservatore della pinacoteca “Ala Ponzone” di Cremona, città che ha dato i natali alla pittrice. La Madonna dell’Itria non è stata l’unica opera a catturare l’attenzione, ad essa si è affiancato un altro dipinto: la Madonna della Raccomandata.

Proprio Cremona, ha deciso di dare il suo fondamentale contributo e d’accordo con don Salvatore Patané, prevosto parroco della Parrocchia di Santa Maria dell’Alto, ha sottoscritto un accordo per il restauro di entrambe le opere. La Madonna dell’Itria e la Madonna della Raccomandata, sono partite per Cremona nel luglio del 2020, per un restauro curato da Domenico Cretti. Da allora, dopo alcune mostre internazionali, si è atteso il ritorno a Paternò, avvenuto sul finire del 2023, esattamente 450 anni dopo il primo arrivo di Sofonisba Anguissola a Paternò. Da quel momento, attorno al nome della pittrice, è nato un grande interesse, spinto anche dall’associazione “Amici di Sofonisba”, fondata nel 2021.

«Sono tante le persone, i turisti che oggi arrivano in Chiesa per ammirare entrambi i dipinti – evidenzia don Salvatore Patané, parroco di Santa Maria dell’Alto e presidente dell’associazione “Amici di Sofonisba” -. Con nostro grande piacere, tanti sono anche giovani, scolaresche, affascinati anche dalla donna che Sofonisba è stata.»

a cura della DSE pubblicitàCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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