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Governo: da ‘istituzionale’ a ‘tecnico’, i tanti modi di affrontare i tornanti più difficili (3)

Di Redazione |

(Adnkronos) – GOVERNO TECNICO DI SCOPO – Esecutivo presieduto da una personalità non politica, chiamato a gestire una fase circoscritta con precisi obiettivi (ad esempio l’approvazione della legge di Bilancio) prima di nuove elezioni, vista l’impossiblità del Parlamento di esprimere una maggioranza. Finora rimasto un’ipotesi di scuola, dopo l’incarico affidato a Carlo Cottarelli nella primavera del 2018 e la sua rinuncia quando si concretizzò la possibilità di dar vita al governo Conte 1 sostenuto da M5S e Lega.

GOVERNO TECNICO DEL PRESIDENTE – In carica dal 17 gennaio 1995 all’11 gennaio 1996, dopo la rottura tra Silvio Berlusconi e Umberto Bossi. Presieduto da Lamberto Dini, già ministro del Tesoro nel precedente governo e formato da ministri non parlamentari, è naturalmente espressione di una maggioranza parlamentare, ma può essere considerato un modello di esecutivo che vede un esercizio allargato dei poteri discrezionali del Presidente della Repubblica (all’epoca Oscar Luigi Scalfaro).

GOVERNO TECNICO – In carica dal 16 novembre 2011 al 21 dicembre 2012, presieduto da Mario Monti, nominato senatore a vita prima di ricevere l’incarico, e formato da ministri non parlamentari. Dopo le dimissioni del governo Berlusconi quater, è chiamato a gestire una difficilissima fase economica legata agli elevati livelli dello spread e a guidare il Paese fino alla conclusione naturale della legislatura. Sostenuto da Popolo della libertà, Pd, Futuro e libertà e Udc.

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