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Giovanni Mazzara, la pioggia, il fango e poi la tragedia

Di Rino Pitanza |

Incredulità e dolore nella comunità di Campofranco per la tragedia nella tarda serata di ieri nei pressi della stazione ferroviaria di Castronovo di Sicilia per l’esondazione del fiume Morello. Un miscuglio di acqua, fango e detriti ha colto in maniera improvvisa e impreparati i conducenti di alcune autovetture che in quel momento transitavano lungo quel tratto della scorrimento veloce Agrigento – Palermo.

Tra queste un’ Audi Q5 con 4 persone a bordo, tutte di Campofranco, di ritorno dalla partita che il Campofranco ha giocato nel palermitano. Per uno di loro, Giovanni Mazzara 68 anni compiti qualche settimana fa, imprenditore edile in pensione, non c’è stato nulla da fare.

Gli altri tre, Franco Ricotta, Lillo Schillaci e Giovanni Morreale, sono riusciti a salvarsi e anche a salvare un bimbo. Proviamo a ricostruire i fatti per le notizie confuse e comunque drammatiche che si accavallano. Nella mattinata di ieri, tanti tifosi e simpatizzanti della squadra di calcio si sono organizzati per andare a seguire la gara a Palermo e al ritorno, erano circa le 20,00 sulla strada si abbatteva un intenso nubifragio con una montagna di acqua, fango, pietre e quant’altro che si coinvolgeva gli occupanti delle auto che hanno avuto il tempo di aprire gli sportelli, scendere e cercare  riparo in qualche modo.

In un primo momento tutti hanno trovato la forza di tenersi al guard-rail e addirittura Giovani Morreale, vedendo che un bambino lì vicino era scivolato dalle braccia della mamma, non ha avuto esitazioni e si è lanciato verso il piccolo riuscendo a recuperarlo e restituirlo alla mamma. Strazianti le poche parole che è riuscito a pronunciare a qualche familiare.

“Il bimbo continuava a chiamare suo papà, anche quando sono riuscito a prenderlo e riconsegnarlo alla mamma, gridava a gran voce il suo papà”. Ma la forza della natura incontrollata, era sempre più forte, tanto che Giovanni Mazzara ha perso la presa al guard-rail ed è sparito nel fango.

“Era accanto a noi – dicono i tre sopravvissuti ancora sotto shock – poi non l’abbiamo visto più.” E la rabbia di non aver potuto fare niente per l’amico, aumenta ancora il loro dolore e quello di una intera comunità. I sopravvissuti hanno avuto la forza di raggiungere i vagoni di un treno fermo nei pressi, che si era fermato per non poter continuare la sua corsa, diventando un rifugio sicuro. Sul posto sono intervenuti carabinieri, vigili del fuoco, sanitari del 118 e gli uomini della Polizia Stradale che hanno ritrovato il corpo di Giovanni Mazzara dopo qualche tempo. Il medico legale ha confermato la causa della morte per annegamento.

Sull’incidente indaga la Procura di Termini Imerese. In serata stessa il riconoscimento del corpo di Giovanni Mazzara fatto da un familiare e dagli stessi compagni di viaggio che erano partiti con lui con la solita e contagiosa allegria per divertirsi in una domenica di calcio. Telefonate agli amici rimasti a Campofranco, scherzi telefonici come sempre e ridere, ridere a mai finire in quella auto. 

E l’allegria era continuata anche nel viaggio di ritorno, con il Campofranco vittorioso. Viaggio che per Giovanni Mazzara si è fermato alla stazione di Castronovo di Sicilia, travolto da una natura impazzita come non mai. La partita verrà ricordata per la vittoria del Campofranco, ma tutta Campofranco non dimenticherà certo nella mente e nel cuore, la “sconfitta” per la perdita di una persona a cui non si poteva non voler bene, il classico amico di tutti. Che adesso non c’è più, lasciando nel dolore la moglie Maria e i figli Salvatore, Mariangela e Giuseppe. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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