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Siracusa, don Pippo bruciato al terzo tentativo da una banda di bulli criminali

Di Carmela Marino |

SIRACUSA – Due tentativi andati a vuoto nel giro di 48 ore, il terzo, subito dopo, invece è andato in porto: Giuseppe Scarso, conosciuto come don Pippo, 80 anni, preso di mira da un gruppo di bulli criminali che gli hanno gettato addosso liquido infiammabile, è ricoverato in prognosi riservata nell’ospedale Cannizzaro di Catania per ustioni su tutto il corpo. Lo si è appreso dagli inquirenti.

Il primo tentativo risale al 28 settembre scorso: qualcuno è riuscito ad aprire la porta dell’abitazione dell’uomo, al pianterreno in via Servi di Maria, gettando liquido infiammabile e dando fuoco al pavimento, l’anziano però era riuscito a spegnere le fiamme.

Il giorno dopo la vittima, insieme al fratello, aveva denunciato l’episodio ai carabinieri. Ma il giorno successivo, poco prima della mezzanotte, tre persone incappucciate sono entrate nuovamente nell’appartamento, gettando liquido infiammabile sul petto e sull’orecchio dell’anziano, che se l’era cavata con lievi ustioni. Sabato notte, poco prima delle 2, l’azione brutale si è ripetuta: ad agire sarebbero stati in due, almeno così testimoniano le riprese delle telecamere della zona, di un vicino e di un esercizio commerciale. Hanno utilizzato una bottiglietta di alcol che poi hanno gettato sotto un auto prima di fuggire. Questa volta hanno centrato l’obiettivo, colpendo l’anziano sul viso, sulla testa, sulla spalla. Don Pippo ha chiesto aiuto a un vicino, che ha avvertito il 118 e la polizia.

Giuseppe Scarso è malato di epilessia e vive con una pensione sociale. «Amava passeggiare in bicicletta, anche se per via della sua malattia, spesso è caduto ed è stato ricoverato in ospedale per piccoli traumi. Ultimamente passeggiava a piedi, con un bastone. Anche quando era in bici portava con sé un bastone per mandare via quei gruppi di adolescenti che spesso lo insultavano, gli tiravano le pietre o le uova. Preso in giro per quel suo aspetto un pò bonario» racconta Pippo Cugno, professore di matematica in pensione amico di Scarso e che abita a poca distanza da lui. «Lui urlava ed imprecava contro di loro, limitandosi ad agitare quel bastone – aggiunge – Poi arrivava da un fruttivendolo poco distante e si sedeva sulla sedia dove stava per ore». Gli episodi di aggressione e dileggio, dicono alcune persone che abitano vicino a Scarso, spesso avvenivano anche davanti l’ abitazione. L’anziano era stato costretto a far installare delle grate di ferro alle finestre i cui vetri erano stati rotti dalle pietre lanciate da ragazzi di 14 e 16 anni.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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