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Taormina, sull’accoglienza dei migranti è braccio di ferro Giardina-D’Aveni

Di Mauro Romano |

TAORMINA –  «Sulla possibilità o meno, di ospitare 38 migranti, il premier Paolo Gentiloni conceda una deroga alla cittadina turistica per l’alto valore internazionale della località».

Lo ha chiesto, ufficialmente, Il presidente del Consiglio comunale, Antonio D’Aveni, al sindaco, Eligio Giardina, dopo che il primo cittadino si è mostrato possibilista sulla richiesta della Prefettura di ospitare, o meno, 38 richiedenti asilo. «Taormina farà la sua parte – ha ribadito il primo cittadino – anche dal punto di vista umanitario».

Ma, in questi giorni, le proteste sono alle stelle. «Non si può assoggettare la città – ha proseguito D’Aveni – alle esigenze di quanti potrebbero avere interesse a ospitare in attività private allo scopo di ottenere un mero ritorno economico».

Le proteste arrivano da più parti come, ad esempio, dal gruppo “Noi con Salvini” che, attraverso il rappresentante locale del gruppo, Pippo Perdichizzi, ha sollevato la questione durante una recente riunione, senza ottenere, comunque, grandi risultati visto che Salvini sta tentando di affrontare la questione a livello nazionale e i 38 richiedenti asilo di Taormina rappresentano ben poca cosa rispetto al dato nazionale. Sulla materia si sono espressi anche i grillini del portavoce, Saro Puglia. Sono tanti i quesiti posti sulla questione dal Movimento 5 stelle. Ma sulla scottante materia si sono espressi a contrastare l’atteggiamento possibilista di Giardina, anche personaggi della vita politica locale, come i consiglieri Pinuccio Composto, Eugenio Raneri e Nunzio Corvaja. Vittorio Sabato, dal canto suo, consigliere e imprenditore, ha rifiutato di ospitare gli extracomunitari in una struttura di sua proprietà, ma potrebbero esserci altri imprenditori interessati a farlo. Sulla questione squisitamente etica è intervenuta l’ex candidato sindaco, Francesca Gullotta, che non vede difficoltà di sorta a eventuali extracomunitari di stanza a Taormina.

Insomma una grande baraonda che vede la Perla, dopo il G7, al centro di una discussione generale che potrebbe condurre alla constatazione che la cittadina turistica è tenuta ad affrontare un altro momento epocale.

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