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Il pesce scorpione nel Mar Mediterraneo

Di Gaetano Ravanà |

Il Mediterraneo, specialmente nei settori orientali e meridionali, è stato invaso da centinaia di molluschi, crostacei e pesci di provenienza alloctona cioè ‘’straniera’’ e quindi estranea al ‘’mare nostrum’’. Le specie atlantiche sono entrate con le acque di zavorra dei mercantili che fanno il loro ingresso attraverso Gibilterra mentre quelle indopacifiche sono entrate non solo attraverso le navi ma specialmente attraversando direttamente il canale di Suez.

“In questo modo – dice l’ambientalista agrigentino Antonio Vanadia – è entrato anche il pericolosissimo e stupendo “Pterois miles” volgarmente chiamato pesce scorpione. Il pesce scorpione colonizza il Mar Rosso e l’intero indopacifico e  adesso anche le acque di Cipro, Creta …dove si sta riproducendo con una velocità impressionante. I 13 aculei della pinna dorsale e i tre della pinna anale sono tutti collegati con ghiandole velenifere, le conseguenze della puntura sull’uomo? La tossina provoca i seguenti effetti: eritema, ecchimosi e cianosi nella parte interessata e poi in molti soggetti nausea, vomito, mal di testa, ischemia del miocardio, edema polmonare e sincope. È stato recentemente avvistato in acque basse lungo il litorale della Riserva naturale di Vendicari nelle acque del Siracusano e nelle isole tunisine del canale di Sicilia. Il pesce è commestibile, molto buono, ma è pericolosissimo anche da morto, eviscerarlo per pulirlo è pericoloso, occorre fare estrema attenzione a maneggiarlo. Guardate bene la foto, memorizzatela, se lo vedete allontanatevi immediatamente. Il pesce non ha un carattere aggressivo ma superata la distanza di sicurezza drizza la micidiale batteria di aculei e allora sono dolori”. 

      Antonio Vanadia (il pezzo non la foto).   Fine della conversazione in chat Digita un messaggio… COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA