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Cava d’Ispica: il canyon incantato sull’altopiano degli Iblei

Cava d’Ispica: il canyon incantato sull’altopiano degli Iblei

Tra Modica e Ispica si possono visitare grotte e complessi rupestri ricchi di affreschi

Di Giovanni Musumeci |

L’altopiano degli Iblei, nel sud-est della Sicilia, è costituito da strati di roccia calcarea che formano un vasto tavolato. Per le sue caratteristiche chimico-fisiche viene solcato da numerose valli e profonde gole di erosione comunemente chiamate “cave”, termine locale che indica una “gola incassata scavata dal fiume”. Grazie al loro particolare microclima, che favorisce lo sviluppo di numerose specie vegetali in contrasto cromatico con il bianco, assolato e pianeggiante altopiano, le cave sono le vere gemme naturali degli Iblei. Una delle più spettacolari e suggestive è sicuramente quella di Cava d’Ispica. Paolo Orsi, l’archeologo trentino che la esplorò agli inizi del novecento, così la descrisse: «… tutta chiusa e incassata fra pareti di roccia; a chi la guardi dall’alto essa sembra una enorme crepaccia, simile ad un Fiord scandinavo; ma chi la percorre pazientemente vi scoprirà meravigliose ricchezze naturali e pittoriche».   La cava è un lungo e tortuoso canyon di circa 13 Km di lunghezza attraversato da un corso d’acqua, asciutto per molti mesi, che nel tratto superiore è chiamato Pernamozzoni e nell’inferiore Busatione. La cava è facilmente accessibile alle due estremità. L’accesso nord, lungo la Modica- Cava d’Ispica, permette di visitare l’area archeologica ubicata nel costone roccioso o Cuozzu e nel complesso rupestre della Larderia, uno dei più grandi cimiteri ipogei della Sicilia (V secolo a. C). Passando sotto al ponte, sul greto asciutto del fiume, si entra nella cava. All’altezza di uno sperone roccioso si ammira a sinistra il complesso dei rutti caruti (le grotte franate) e sulla destra a spezieria (la farmacia), un’antica chiesa utilizzata in epoca medievale come officina di uno speziale.   Continuando lungo il fondovalle, dalle alte pareti si affacciano le numerose rutti Giardina. Dopo un’ora di cammino la valle si divide in due rami: percorrendo la diramazione sinistra si giunge a un incredibile complesso di grotte comunicanti scavate nella roccia u castieddu r’ispica (il Castello) al quale si accede per una mulattiera a gradini. Visitandolo si rimane stupefatti per la bellezza del luogo e l’ingegnosa architettura. Continuando a camminare immersi in una rigogliosa vegetazione e coltivi in parte abbandonati, segno di un tempo in cui la valle era il volano di un’economia legata alla terra, si possono osservare altri complessi rupestri: Capreria, u cummientu, grotta San Ilarione e le grotte Lintana.   Più avanti un enorme masso restringe la cava, alzando gli occhi sulla parete destra si osserva sulla nuda roccia il volto di Cristo, venerato dagli abitanti di Ispica. Poi si arriva alla suggestiva chiesa rupestre scavata nella roccia di Santa Maria della Cava, ricca di cimeli storici ed affreschi. Siamo all’accesso Sud della cava, percorrendo una breve salita si arriva al Parco della Forza (Fortilitium) un complesso ubicato nell’antico sito di Spaccaforno distrutto dal terremoto del 1693 che gli abitanti riedificarononell’altopiano attiguo e che dal 1936 sarà chiamato Ispica. Questo piccolo grande canyon, che fu uno dei primi siti neolitici della Sicilia, è un luogo incantato e fuori dal tempo.

gimeci@hotmail.

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