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Chi è il proprietario della Cappella Palatina? Dopo quasi 900 anni il caso è (ancora) aperto

Chi è il proprietario della Cappella Palatina? Dopo quasi 900 anni il caso è (ancora) aperto

Sempre più difficile la «convenza» tra parrocchia e Regione siciliana

Di Redazione |

Di chi è la proprietà della Cappella Palatina, la meravigliosa basilica costruita nel 1130 per volere di Ruggero II all’interno del Palazzo Reale a Palermo? Dello Stato, della Regione e della Curia? Sembra un paradosso, ma dopo 885 anni sciogliere il rebus sembra alquanto complicato. Un vero rompicapo, con protagonisti il ministero dell’Interno attraverso il Fec (Fondo edifici di culto), il Parlamento siciliano, che ha sede nel Palazzo Reale o Palazzo dei Normanni di proprietà della Regione siciliana, e la Curia di Palermo. «La proprietà è incerta» ha detto il presidente dell’Assemblea, Giovanni Ardizzone, impegnato in questi giorni nel rinnovo della convenzione, scaduta tempo fa, con la parrocchia San Pietro Apostolo di mons. Polizzi. Una trattativa complessa, anche perché nel frattempo è intervenuto un decreto legislativo del 2010 che ha assegnato gli arredi sacri al Fec, che a sua volta ha destinato l’uso della Cappella per ragioni di culto alla parrocchia, mentre l’accesso di visitatori e turisti è gestito dall’Assemblea siciliana, attraverso il suo braccio culturale, la Fondazione Federico II. Ma al di là della proprietà, la gestione della Cappella Palatina, rientrata assieme a Palazzo Reale tra i beni patrimonio dell’Unesco, crea tensioni e polemiche tra la parrocchia e l’Ars. La messa celebrata ogni giorno intorno alle 8 dal parroco impedisce l’accesso alla basilica a turisti e visitatori, tra l’imbarazzo del personale di Palazzo dei Normanni, costretto a volte a gestire le file ai botteghini e le rimostranze per i ritardi nell’apertura del Palazzo. E poi c’è la questione dei matrimoni. In molti scelgono le navate della Cappella Palatina per celebrare le nozze. In questi casi, il Palazzo viene chiuso ed è off limit per turisti e visitatori, che vengono avvertiti in genere con un cartello oppure attraverso il sito Internet della Fondazione. Negli ultimi tempi i matrimoni si sarebbero moltiplicati, a volte anche due nella stessa giornata, con disagi sia per la gestione turistica della basilica sia per il personale dell’Assemblea.

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